E' il nuovo bonus da 850 euro mensili per gli anziani, denominato Prestazione Universale, ecco cosa c'è da sapere per ottenerlo
Un nuovo bonus da 850 euro al mese per gli anziani sta per cambiare il modo in cui si pensa all’assistenza: ecco cosa c’è dietro e chi potrà davvero beneficiarne.
In un Paese che invecchia sempre di più, ogni novità che riguarda il sostegno agli anziani è accolta con grande attenzione. E questa volta, l’annuncio ha davvero catturato l’interesse di moltissime famiglie italiane.
Perché, a quanto pare, è in arrivo un contributo mensile di ben 850 euro, una cifra che, senza ombra di dubbio, può fare la differenza nella gestione quotidiana di chi ha bisogno di cure e supporto continuo.
850 euro al mese per gli anziani, ecco il nuovo bonus
Non si tratta però di un semplice aumento delle indennità esistenti, ma di un nuovo strumento assistenziale, che potrebbe segnare una svolta epocale nel sistema del welfare nazionale.
Le prime indiscrezioni sono bastate a far partire il tam tam mediatico. C’è chi ha pensato a un’estensione dell’indennità di accompagnamento, chi ha immaginato un bonus integrativo per le pensioni più basse. In realtà, quello che si sta per introdurre è qualcosa di diverso, più strutturato, ma anche con regole molto precise che è bene conoscere prima di farsi illusioni.
Il nuovo bonus si chiama ufficialmente Prestazione Universale e nasce da una precisa volontà del Governo di sperimentare un modello più efficace per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Con il messaggio INPS n. 4490/2024, sono state finalmente rese pubbliche le istruzioni dettagliate su importi, requisiti e modalità per presentare domanda.
Il contributo mensile sarà di 850 euro, ma attenzione: non è destinato a tutti. La Prestazione Universale sarà, almeno per ora, erogata in via sperimentale solo agli ultraottantenni che si trovano in una condizione di gravissima non autosufficienza, valutata attraverso criteri medici e assistenziali molto rigidi. Inoltre, non sarà possibile cumulare questo bonus con l’indennità di accompagnamento tradizionale: bisognerà scegliere tra l’una e l’altra.
Una decisione tutt’altro che banale, che implica una valutazione attenta del proprio caso specifico, possibilmente con il supporto di un patronato o di un consulente previdenziale. Inoltre bisognerà avere un Isee pari o inferiore ai 6.000 euro.
Il bisogno assistenziale viene definito come “gravissimo” sulla base di un’analisi multidimensionale, che tiene conto non solo delle condizioni fisiche, ma anche della capacità della persona di gestire autonomamente la propria vita quotidiana. Insomma, non basta essere anziani o avere una malattia cronica: bisogna dimostrare di essere in una condizione tale da richiedere un’assistenza continuativa e intensiva.
Questa misura, nelle intenzioni del legislatore, rappresenta il primo passo verso una riforma più ampia dell’assistenza agli anziani, con l’obiettivo di superare l’attuale frammentazione degli strumenti esistenti. Certo, la fase sperimentale e i requisiti stringenti limiteranno inizialmente la platea dei beneficiari, ma si tratta comunque di un segnale importante.
In un contesto dove spesso le famiglie si trovano a dover gestire da sole situazioni complesse e costose, un bonus da 850 euro può alleggerire il peso economico e permettere una migliore qualità della vita per tutti, anziani e caregiver compresi. Ora non resta che attendere gli sviluppi e capire se questa “prestazione universale” sarà davvero in grado di diventare un diritto universale per chi ne ha più bisogno.