Il bonus ZES del 2025 prevede delle regole e delle responsabilità sia per il datore di lavoro che per il lavoratore e futuro tale.

I datori di lavoro che hanno un’azienda residente nel Mezzogiorno possono ottenere il bonus ZES 2025. A breve l’ente previdenziale rilascerà le istruzioni operative per poter inoltrare la domanda e ricevere conseguenzialmente la tanto attesa esenzione completa sui contributi previsti sui nuovi contratti di assunzione.



L’impresario ha l’onere a sua volta, di dover assumere almeno 10 nuove risorse e accertarsi di soddisfare le altre condizioni previste nella misura: assumere chi è in stato di disoccupazione e ha meno di 35 anni e trovarsi nella ZES, il cui acronimo sta per “Zona Economica Speciale delle imprese del Sud Italia”.



Bonus ZES 2025 con esonero completo al 100%

Il bonus che viene garantito alle imprese della ZES per l’anno in corso 2025, è regolamentato dall’articolo 24 appartenente al Decreto Legge con numero 60 e in riferimento allo scorso anno, 2024. Al suo interno le regole sono chiare, a patto di soddisfare quanto citato sopra l’esonero è completo, pari al 100% dei contributi e su un tetto massimo di 650€ mensili.

La durata dell’incentivo non può prorogarsi oltre due anni (24 mesi) e laddove il datore volesse usufruire di altre agevolazioni vi è una incompatibilità, salvo con il benefit previsto dall’articolo 4 del DL numero 216 e di due anni fa, 2023, che prevede la maxi deduzione sull’operatività sul lavoro.



Regole severe su assunzioni e licenziamenti

Per accedere all’esonero contributivo devono coesistere delle condizioni imprescindibili sia riguardanti le assunzioni che eventuali licenziamenti. In primis l’impresario non può – all’interno della sua azienda – aver oltre 10 risorse durante il periodo delle nuove assunzioni.

In quanto ai licenziamenti non può averne processati (neanche per giustificato motivo), né di massa e neppure individuali, nei 6 mesi precedenti alla domanda, e non può ricorrere a nuovi licenziamenti per il medesimo periodo, pena l’esclusione della misura.

Nell’attesa che l’INPS rilasci le istruzioni operative possiamo già confermare la presentazione telematica e il documento DURC da dover allegare alla pratica.

All’interno della pratica l’ente previdenziale esige l’inserimento di informazioni importanti ma soprattutto imprescindibili, come ad esempio gli orari di lavoro, la tipologia contrattuale con cui ha assunto le risorse, la collocazione operativa e legale dell’azienda e il salario mensile.

Sarà l’INPS successivamente a valutare l’esito della pratica e a proporzionare il contributo calcolando l’importo spettante per ciascuna azienda nella ZES.