Boss Cutolo “vogliono farmi pentire”/ Bonafede “intervista non autorizzata reagiremo”

- Niccolò Magnani

Raffaele Cutolo, l'intervista a super boss di Camorra dal carcere di Parma diventa un caso: "volevano farmi pentire, ma io non tradirò mai". Ministero Giustizia "intervista non autorizzata"

Il boss Raffaele Cutolo Il boss Raffaele Cutolo (da video Youtube)

Una lunga intervista riportata dal Il Mattino quest’oggi al boss di Camorra Raffaele Cutolo – boss di Ottaviano con numerosi ergastoli sulle spalle per condanne di associazione camorristica e omicidi – sta facendo esplodere un autentico caso nazionale all’interno del Ministero di Grazia e Giustizia. Il capo indiscusso della “Nuova Camorra Organizzata”, in aperta lotta al clan della Nuova Famiglia, si è concesso ai taccuini de Il Mattino dal supercarcere di Parma dove è detenuto da anni dopo le numerose condanne. Le parole sono di fuoco visto che l’anziano boss – che ad inizio anni 80 provocò migliaia di morti nello scontro accesissimo tra i clan – annuncia «Fino a due anni fa sono venuti per convincermi a parlare. Quando stavo nel carcere di Carinola mi proposero di andare in una villetta con mia moglie per fare l’amore con lei, ma io non ho voluto; non volevo far arrestare qualcuno per poter stare con Immacolata, non l’avrei mai accettato. Il pentimento è davanti a Dio». Lui non tradirà mai, anche se “qualcuno” ha provato a farlo passare come pentito e collaboratore di giustizia: durissima parole con evidenti accuse alle forze dell’ordine e ai magistrati.

BOSS CUTOLO, “VOGLIONO FARMI PENTIRE”: IRA DEL MINISTERO DI GIUSTIZIA

Il fatto non è rimasto certo inosservato e stamane il Ministero di Giustizia, nelle veci del titolare Alfonso Bonafede, ha rilasciato una breve ma durissima nota «L’intervista di Raffaele Cutolo a ‘Il Mattino’ non è mai stata autorizzata dal Ministero. Si sta procedendo alla ricostruzione della catena di responsabilità che ha portato a questo fatto increscioso e si prospettano provvedimenti esemplari». Pronte epurazioni e provvedimenti quasi di sicuro contro il carcere di Parma e forse contro anche il quotidiano napoletano che con l’articolo a firma Antonio Mattone ha aperto un caso politico e giudiziario non indifferente. In merito alla Camorra di oggi, il boss Cutolo ha lanciato un “messaggio” ai criminali ancora a piede libero «Non c’è futuro per la camorra. Questi sparano nel mucchio, colpiscono persone e bambini che non c’entrano niente, noi invece andavamo mirati su una persona. Certo era sbagliato anche quello, ma almeno non colpivamo a casaccio, oggi non si capisce più niente […]. Non è meglio mangiare una bistecca fuori invece che qui dentro? Io ho fatto tanto male ed è giusto che resti qui dentro. Avevo un mio ideale ma quello che ho fatto è sbagliato». Parole pesanti che il Ministero di Giustizia vuol duramente condannare, anche per quanto riportato sul caso Moro (e non è la prima volta, ndr) dallo stesso Raffaele Cutolo «Seppi da uno dei componenti della banda della Magliana, un tale Nicolino Selis, il covo dove era nascosto lo statista, e lo feci sapere ad Antonio Gava che però mi mandò a dire: don Rafè fatevi i fatti vostri».





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