SOLO IL FRIULI IN ZONA GIALLA: SALVO BOLZANO
Alla fine la provincia autonoma dell’Alto Adige resterà in zona bianca per l’intera prossima settimana: contrariamente infatti ai dati emersi alla vigilia, la Provincia di Bolzano non seguirà il Friuli Venezia Giulia in zona gialla, quantomeno per i prossimi 7 giorni.
A determinare la valutazione in Cabina di regia è la situazione aggiornata dagli ospedali dell’Alto Adige: con l’incidenza dei casi ampiamente superata nella soglia limite, con il 16% di ricoveri nei reparti ordinari tutto sembrava portare Bolzano verso irrigidimento di fascia. E invece così non sarà visto che gli ultimi dati Agenas danno la situazione delle terapie intensive all’8% di occupazione, dunque sotto al 10% considerata dal decreto Covid soglia limite. La decisione definitiva, data in anteprima dall’Agenzia ANSA, arriverà con l’ordinanza del pomeriggio del Ministro Speranza: a rischiare la zona gialla tra una settimana dunque restano Veneto, Valle d’Aosta e a questo punto Alto Adige, mentre in Friuli è al 100% in “giallo” da lunedì 29 novembre. In mattinata il Ministro della Salute ha poi firmato un’ordinanza per imporre lo stop ai voli in arrivo da 7 Paesi dell’Africa visto l’emergere dell’allarme internazionale sulla nuova variante Covid del Sud Africa.
I DATI ISS E IL RISCHIO ALTO ADIGE
Gli scienziati dell’Iss hanno inviato alla Cabina di regia la bozza del nuovo monitoraggio settimanale dove si confermano i timori della vigilia – crescita Rt a 1.23, incidenza casi a 125, terapie intensive al 6,2% e ricoveri all’8,1% – mentre potrebbero esserci delle novità per quanto riguarda la situazione dell’Alto Adige.
Il Friuli Venezia Giulia si conferma infatti in pieno con numeri da zona gialla e l’ordinanza del Ministro Speranza nel pomeriggio non farà che confermarlo, mentre sulla provincia autonoma di Bolzano i dubbi restano in quanto i dati sono ancora al “limite”. Se è vero che l’incidenza dei casi segnata in Alto Adige questa settimana è la più alta d’Italia (458,9% contagi per 100mila abitanti, dati monitoraggio Iss) anche più del Friuli (346,4), del Veneto (226,1) e della Valle d’Aosta (265,5) è sui ricoveri che si potrebbe “giocare” il passaggio o meno in zona gialla da lunedì prossimo. Le terapie intensive regionali sono piene al 10% mentre i reparti ospedalieri Covid sono pieni al 15%, esattamente le soglie limite fissate dal decreto Covid per il passaggio in zona gialla: sarà il Ministro della Salute assieme alla Cabina di regia a dover decidere cosa decretare da lunedì 29 novembre, tenuto conto che già l’Alto Adige ha in vigore una ordinanza molto stretta con diverse restrizioni alla popolazione.
FRIULI E ALTO ADIGE IN ZONA GIALLA?
È attesa in giornata dopo la Cabina di regia anti-Covid, la firma dell’ordinanza del Ministro della Salute Speranza in merito al passaggio in zona gialla per due Regioni: Friuli e provincia di Bolzano (Alto Adige) fanno “abbandonare” all’Italia lo status di zona bianca completa, confermando la crescita dei contagi a livello imponente in alcune aree del Paese.
Da lunedì 29 novembre i cittadini di Friuli Venezia Giulia e Alto Adige (dove in realtà vige già un’ordinanza del Governatore Kompascher che impone forti restrizioni e misure) si ritroveranno in zona gialla, anche se le norme ad hoc colpiranno questa volta solo i non vaccinati. Con le nuove regole varate dal Governo nel decreto “Super Green Pass” resta la divisione in fasce di colori del Paese, con però una netta differenza rispetto al recentissimo passato: le restrizioni e i divieti, tanto nelle zone gialle quanto in quelle arancioni, valgono solo per i “no vax” lasciando invece libertà di circolazione per tutti gli altri cittadini (vaccinati e guariti). Il decreto in realtà entrerà in vigore dal 6 dicembre al 15 gennaio ma la Regione Friuli con il Presidente Fedriga, d’intesa con il Ministero della Salute, ha deciso di “anticipare” gli effetti del decreto già da lunedì 29 novembre. Nello specifico, ecco cosa cambierà da lunedì per i cittadini di Friuli e Bolzano: solo chi avrà il Green Pass rafforzato (vaccinati e guariti dal Covid) potrà andare a ristorante (al chiuso), assistere a spettacoli, entrare in stadi o palazzetti, partecipare a feste-cerimonie pubbliche, andare in discoteca. Sempre secondo il nuovo Decreto (ma in tutta Italia, non solo nelle zone gialle) servirà il Green Pass “base” (quindi anche con tampone negativo) per andare al lavoro, prendere i mezzi pubblici, prendere treni regionali e Tav, aerei.
CABINA DI REGIA: QUALI REGIONI A RISCHIO “GIALLO”
Con l’aumento di tutti gli indici epidemiologici principali – è atteso in mattinata il nuovo monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità – l’Italia entra di diritto nella “quarta ondata”, con numeri per fortuna più controllati e minori rispetti ad altri Paesi europei. La divisione in “colori” è rimasta la medesima anche nel nuovo decreto Covid appena approvata: per entrare in zona gialla occorre la contemporaneità dei tre parametri 50 casi settimanali per 100 mila abitanti, il 15% di posti letto occupati nei reparti Covid, il 10% di posti letto occupati nelle terapie intensive; in zona arancione si entra con 150 casi ogni 100mila abitanti, il 30% di posti letto occupati nei reparti Covid e il 20% di posti letto occupati in terapia intensiva. In zona rossa (dove si attivano restrizioni per tutti, anche per vaccinati) i parametri sono 150 casi per 100mila abitanti, il 40% dei posti letto occupati nei reparti Covid e il 30% dei posti letto occupati in terapia intensiva. Stando agli ultimi dati Agenas, a rischio zona gialla non dal 29 novembre ma dal lunedì successivo (6 dicembre) anche le Regioni Emilia Romagna (7% tasso terapie intensive, 7% ricoveri ordinari), Calabria (6% e 13%), Valle d’Aosta (6% e 11%). Secondo invece gli ultimi dati della Fondazione GIMBE, sono 18 le province dove è stata superata ampiamente l’incidenza di 150 casi su 100mila abitanti: si tratta di Trieste (674), Gorizia (492), Bolzano (442), Forlì-Cesena (311), Padova (274), Rimini (249), Aosta (248), Ravenna (214), Treviso (213), Venezia (213), Vicenza (200), Pordenone (186), Udine (183), Fermo (172), Ascoli Piceno (166), Belluno (162), La Spezia (162) e Imperia (160). Alcuni Comuni – Milano, Bergamo, Bologna, Padova, Gorizia – da inizio dicembre fanno scattare ordinanze per l’obbligo di mascherina all’aperto nei centri città, anche in zona bianca.