Due file. Una lunga, maestosa, imponente fuori dalla Sindone. Un’altra meno numerosa in termini di unità ma carica di valori, salirà silenziosa oggi a Superga. Due pellegrinaggi verso due luoghi simbolo di Torino. Oggi il popolo granata si arrampicherà nel pomeriggio sui tornanti di Superga per assistere alla Santa Messa e alla commemorazione del 61° anniversario della tragedia, che vide la scomparsa del Grande Torino.
Silenti, portando con sé quell’immancabile tristezza, tarlo continuo e presente per chi nei tempi ha deciso di abbracciare la fede granata. Rolando Bianchi leggerà i nomi degli Invincibili e giocatore migliore, per carattere e professionalità, non poteva esserci per questo importante momento. Unico assente sarà il presidente Urbano Cairo, che non se l’è sentita di rischiare e rovinare con la sua presenza (e la possibile contestazione di una frangia della tifoseria) la cerimonia.
La delusione per un campionato altalenante in B non deve far venir meno il motivo per cui uno oggi va a Superga. Perché Superga deve essere innanzitutto, come diceva Toro News un anno fa nel sessantesimo anniversario – «il valore della memoria, della memoria come valore». Solo così, lontano dalla retorica e dall’abitudine, avrà un senso vero salire e commemorare Valentino Mazzola e i suoi compagni nel Destino. Un ricordo come testimonianza per la vita di tutti i giorni. Fatta di fatiche, delusioni ma anche di gioie. Come la storia del Grande Toro.
(Eugenio Monti)