La 102a Milano-Sanremo è stata vinta per la prima volta da un australiano, Matthew Goss, in una volata ristretta semplicemente dominata. La corsa è stata bellissima, tirata e incerta fino alla fine. Una Milano-Sanremo in cui gli ultimi 80 km sono stati al cardiopalmo.
La gara è cominciata a Milano, in via della Chiesa Rossa, e subito è scattato il giapponese della Farnese Miyazawa, in cerca di gloria per il suo Paese. Con lui altri tre avventurieri, De Marchi, Sijmens e Ignatyev. La fuga arriva ad avere fino a 13 minuti di vantaggio prima del Turchino. La media è molto alta, superiore ai 40 km all’ora. L’andamento della corsa è classico, con una prima metà calma che vive su una fuga, e una seconda metà dove le squadre si organizzano; invece, l’imprevisto sblocca tutto e nasce subito la bagarre. Subito prima della salita delle Manie cadono una ventina di corridori, tra cui uno dei favoriti della vigilia, il campione del mondo Hushovd, che non riuscirà più a rientrare. Sulle Manie, Agnoli prova a tenere alto il ritmo per Nibali e va a riprendere la fuga; scendono alcune gocce di pioggia, ed un’altra caduta spacca il gruppo in due: davanti una cinquantina di corridori, dietro tanti protagonisti, tra cui Hushovd, Freire, Visconti, Scarponi, Farrar e Cavendish.
È l’inizio del carosello meraviglioso: mancano ancora tantissimi km al traguardo, ben 80, ma questa spaccatura nel gruppo crea una situazione strana, in cui chi è davanti, soprattutto la BMC di Ballan e la Katusha di Pozzato, tira a tutta per tenere lontana la seconda metà del gruppo.Lungo l’Aurelia, invece di vedere il solito serpentone di corridori annoiati lungo l’Aurelia, quest’anno si vedono due gruppi in fila indiana tiratissimi. Il secondo gruppo arriva a perdere più di due minuti, ma continua a tirare a tutta.
La corsa arriva ai Capi, e mentre davanti il primo gruppo alleggerisce il ritmo, dietro il secondo gruppo si rifà sotto, arrivando ad avere uno e dieci di distacco. Lì comincia la rincorsa di Scarponi, che all’attacco della Cipressa va a tutta, uscendo dal secondo gruppo ed inseguendo il primo. Sulla Cipressa recupera 40 secondi. In discesa e in pianura riesce a colmare l’intero svantaggio e a rientrare sui primi: chapeau! La Cipressa non fa selezione in salita, ma la fa in discesa: Chainel allunga nella discesa; Scarponi accorcia le distanze e lungo l’Aurelia riesce nel miracoloso ricongiungimento col primo gruppo (in tutto ha recuperato un minuto e dieci, attaccando tutto da solo). Davanti scattano anche Offredo, Van Avermaert e O’Grady che, riportandosi su Chainel, formano una testa della corsa ben assortita.
I quattro si mettono a collaborare a tutta e nel tratto in pianura prima del Poggio arrivano ad avere anche 30 secondi di vantaggio. Dietro Gilbert mette il compagno di squadra Greipel a tirare per andarli a riprendere, poi finalmente si sale verso il Poggio, quando mancano solo 10 km alla fine della corsa. Nella fuga davanti Van Avermaet scatta a tutta e fa il vuoto; nel primo gruppo inseguitore parte Nibali, e riprende il resto delle fuga. Poi reagisce Gilbert. Van Avermaet scollina primo con una manciata di secondi su Nibali; più dietro Cancellara e Gilbert, che con una discesa indiavolata riprendono il siciliano e Van Avermaet. Altri rientrano, ma ormai si è dentro San Remo. Davanti sono rimasti in una decina; scatta Cancellara, ma Gilbert lo chiude subito; ci provano anche Nibali e Scarponi, e intanto il traguardo si avvicina. Quando mancano trecento metri alla fine Gilbert parte per la volata, risponde il velocista australiano Goss che esplode in una progressione inarrestabile.
Alla fine Goss vince su Cancellara, che passa in rimonta Gilbert, che finisce terzo. Quarto Ballan, sempre davanti per tutta la corsa ma incapace di fare la differenza nel finale, e poi Pozzato, Scarponi , Offredo e infine uno stanchissimo Nibali. Personalmente posso dire di non avere mai visto una Milano-Sanremo così tirata, bella e imprevedibile. 298 km di corsa, la più lunga dell’anno, che sono andati via velocissimi.
Meraviglioso l’agonismo di Katusha e BMC che sono riuscite a spaccare in due la corsa al momento delle cadute delle Manie. Grande l’azione di Scarponi, capace di rientrare da solo quando aveva più di un minuto di distacco, e di arrivare addirittura sesto. Nel finale c’era di tutto, c’era Gilbert, c’era Cancellara e c’era Goss. C’erano, i poche parole, tre corridori fortissimi per sprint, allunghi in pianura e per provarci sul Poggio. Ne è nata una corsa di controllo e di attacchi improvvisi che alla fine ha premiato la velocità dell’australiano Goss. Una battaglia vera, con tanto spettacolo, vinta meritatamente da un corridore veloce, e dove gli taliani Ballan, Pozzato, Nibali e Scarponi, benché giù dal podio, si sono comportati alla grande. Ora si andrà al nord: pavé e Ardenne attendono i ciclisti, per una stagione che finalmente enrta nel vivo.
(Luigi Crema)