L’avventura è finita. Luna Rossa è stata sconfitta da Emirates Team New Zealand nella finale della Louis Vuitton Cup 2013 di vela, che obiettivamente era l’obiettivo massimo del consorzio italiano. Il patron Patrizio Bertelli ha spiegato alla Gazzetta dello Sport: “Il bilancio è positivo. Non piace mai perdere una finale, ma la nostra partecipazione è stata decisa all’ultimo momento. Abbiamo preferito esserci per non uscire dal giro”. Queste le cause dell’inferiorità rispetto ai neozelandesi: “Per una questione di tempo e scelte ci è mancato un team progettuale che studiasse e sviluppasse la barca”. Di certo la passione non manca all’uomo di Prada, che rilancia: “Abbiamo deciso, qualunque siano le barche, che lanceremo un’altra sfida. L’esperienza che abbiamo acquisito è molto interessante”. Lo skipper sarà ancora Max Sirena: “Ha un buon feeling con le persone e ha già il contratto”. Incertezza invece sul tipo di barche che sarà utilizzato: “Dipenderà da chi vincerà e da come vincerà. Per vincere la Coppa devi avere la barca più veloce, non c’è dubbio”. Ma chi vince non decide solo quali barche usare, ma anche il format dell’intero evento: “Se vince New Zealand faremo il Challenger of Record perché con loro abbiamo già raggiunto un accordo sul format del prossimo evento e delle regate preparatorie. Abbiamo intenzione di facilitare l’ingresso a nuovi sindacati. Si deve fare un passo indietro, vorremmo un nuovo punto di vista più tecnico ma anche più aperto ai suggerimenti che arrivano da fuori”. Con Oracle i rapporti non sono altrettanto buoni: “Hanno preso 30 persone da Luna Rossa, forse quando ha assunto così tanti dei nostri Russell Coutts non pensava che fossero ragazzi viziati…”. Ma la Coppa America ha avuto effetti benefici per tutta la vela italiana, e secondo Bertelli potrebbe averne ancora di più: “Se mi volto indietro direi che Luna Rossa ha creato una scuola di velisti, ma anche di progettisti. Questa scuola di italiani formatasi con noi è al top nelle loro specifiche attività, questo per noi è un grande risultato. Adesso nel mondo ci sono due o tre paesi che hanno personale qualificato per la Coppa in tutti i settori: Nuova Zelanda, Francia e Italia. Non siamo più la Cenerentola. Ci manca la vittoria del trofeo, per per farlo ci vuole una nazione che capisca e supporti. Forse in Italia non si ha la percezione che un successo del genere potrebbe produrre ricchezza”.