Tre medaglie, tre storie da raccontare dal salto con gli sci LH (trampolino grande). Il polacco Kamil Stoch vince e fa il bis dopo la medaglia d’oro vinta anche dal trampolino piccolo, diventando uno dei personaggi di questa Olimpiade. Il giapponese Noriaki Kasai vince la medaglia d’argento a 41 anni, diventando uno dei medagliati più vecchi di sempre nella storia. Se questi sono i due principali personaggi, non dimentichiamo lo sloveno Peter Prevc, che dopo l’argento dal NH conquista ora un bronzo. Davvero niente male. Ride però soprattutto la Polonia, che oggi ha vinto ben due ori e ora ha quattro medaglie, tutte del metallo più prezioso.
Il russo Alexander Tretiakov ha vinto l’oro nello skeleton maschile: una gara dominata dall’inizio alla fine sulla pista di casa, che evidentemente il fresco campione olimpico conosce alla perfezione. Tretiakov è comunque un grande campione, già iridato l’anno scorso precedendo il lettone Martins Dukurs. Anche a Sochi è finita allo stesso modo, con Dukurs argento. Il podio è stato poi completato dall’americano Matthew Antoine, che riporta gli Stati Uniti sul podio a cinque cerchi dopo ben dodici anni.
Gara che sarà difficile dimenticare, quella dei 1500 metri uomini del pattinaggio di velocità. Il polacco Zbigniew Brodka ha battuto l’olandese Koen Verweij per la miseria di tre millesimi. Un esito decretato solamente al fotofinish, dopo che il cronometro aveva piazzato entrambi gli atleti al comando pari merito. Gioia enorme per il polacco, beffa altrettanto grande per l’olandese, che proverà a consolarsi con l’argento. Comunque uno splendido risultato, ma il rimpianto resterà per tutta la vita… L’Olanda si conferma super-potenza di questo sport, la Polonia sale a quota tre medaglie, tutta d’oro. Quantità non straordinaria, ma qualità eccellente. Bronzo per il canadese Denny Morrison.
Vince la medaglia di bronzo nei 1500 metri dello short track, ed è la seconda medaglia per la valtellinese a Sochi 2014 dopo quella vinta giovedì nei 500. Per l’Italia invece è la quinta: a metà Olimpiade abbiamo già raggiunto il bottino complessivo di Vancouver 2010. Ora l’obiettivo è togliere lo “zero” alla voce degli ori. Intanto però possiamo celebrare Arianna, alla quarta medaglia in tre edizioni diverse dei Giochi invernali, ormai definitivamente la stella più luminosa nella bella storia dello short track italiano. L’oro è andato alla cinese Yang Zhou, l’argento alla coreana Suk Hee Shim. Subito dopo, c’è stata anche la finale dei 1000 metri maschili, che ha regalato alla Russia una clamorosa doppietta oro-argento grazie a Victor An e Vladimir Grigoriev, in un podio clamorosamente tutto europeo, completato dall’olandese Sjinkle Knegt (prima medaglia olandese a questi Giochi non nel pattinaggio pista lunga). A dire il vero, Victor An è coreano, perché è quel Ahn Hyun-Soo che vinse ben tre ori olimpici a Torino 2006. La concorrenza in Corea del Sud è però talmente grande che nel 2010 non riuscì a qualificarsi per l’Olimpiade canadese, e così ecco la clamorosa decisione di passare in Russia, al servizio della squadra che avrebbe ospitato i Giochi quest’anno. Oggi la “vendetta” è completa: doppietta russa e nessun coreano sul podio. Quasi fantascienza nello short track, ma adesso è realtà…
La Svezia vince finalmente la prima medaglia d’oro a questi Giochi, e lo fa in una delle gare più attese, cioè la staffetta 4×5 km femminile di sci di fondo. Il merito va quasi per intero a Charlotte Kalla, autrice di una rimonta eccezionale in quarta frazione, coronata da una volata trionfale. Per gli svedesi è l’ottava medaglia a Sochi, tutte nel fondo ma la prima d’oro, e il secondo successo in questa gara dopo quello – ormai lontano – del 1960. Argento alla Finlandia e bronzo alla Germania, le due nazioni battute allo sprint dalla prepotente Kalla.
È la nuova campionessa olimpica di super-G. L’austriaca, una delle grandi favorite alla vigilia, si è imposta in modo molto netto in una gara che ha dominato senza discussioni, regalando all’Austria il secondo oro a questi Giochi, entrambi nello sci alpino (dopo l’oro di Matthias Mayer nella discesa maschile). Per lei, grande talento, è la prima medaglia olimpica: quattro anni fa c’era già a Vancouver, ma era davvero ancora troppo giovane; a Sochi invece finora aveva deluso, ma oggi si è riscattata alla grande. Il podio è regale, con altre due campionesse al fianco della Fenninger: al secondo posto la tedesca Maria Riesch, che vince così la propria quarta medaglia olimpica in carriera, al terzo l’altra austriaca Nicole Hosp, che sale di nuovo sul podio dopo l’argento della supercombinata e quello in slalom a Torino 2006, quando era ancora una specialista delle gare tecniche.
E’ dominio tedesco nel medagliere delle Olimpiadi invernali 2014. Per il momento la Germania sta facendo la parte del cannibale qui a Sochi: siamo già a quota 7 ori, 2 argenti e 1 bronzo, grazie soprattutto al contributo dello slittino nel quale i teutonici hanno portato a casa il titolo olimpico di individuale maschile e femminile e della staffetta. Dietro di loro avanza a grandi passi la Svizzera: cinque ori, un argento e un bronzo e ancora una volta le gioie inaspettate dello sci alpino, con Sandro Viletta che nella supercombinata ha replicato il risultato a sorpresa di Dominique Gisin nella stessa gara. Proprio dalla supercombinata è arrivata la quarta medaglia azzurra, il clamoroso bronzo di Christof Innerhofer: incredulo lui quanto noi, adesso c’è il super-G di domani per dire che non c’è due senza tre. Nel frattempo l’Italia proverà a pareggiare il bilancio di Vancouver (il vero obiettivo) con il super-G femminile nel quale però, a dirla tutta, non siamo così competitivi. Certo: Daniela Merighetti ha sfiorato il bronzo in supercombinata e non è detto che faccia anche meglio oggi, ma certo le favorite sono altre e nell’accezione specifica Tina Maze, Julia Mancuso e Anna Fenninger, solo per citare le prime tre della classifica di specialità del 2013. La grande speranza è ancora Arianna Fontana: dopo l’argento nei , la 23enne di Sondrio ci riprova con i 1500 metri dello short track. Batterie, semifinale e finale: è tutto domani, lei aveva dichiarato che il suo obiettivo era quello di entrare in tutte le finali ma naturalmente noi ci auguriamo che faccia anche meglio, regalandoci il podio. Poche possibilità invece dalla 4×5 femminile di sci nordico, nella quale gareggiamo con Virginia De Martin Topranin, Elisa Brocard, Marina Piller e Ilaria Debertollis. I favoriti sono sempre i soliti, a cominciare dalla Norvegia che può schierare il fenomeno Marit Bjorgen, che in questa Olimpiade ha già portato a casa un oro.
Rank | Country | Gold | Silver | Bronze | Total |
1 | Germany | 7 | 3 | 2 | 12 |
2 | Switzerland | 5 | 1 | 1 | 7 |
3 | Russian Fed. | 4 | 6 | 5 | 15 |
4 | Canada | 4 | 5 | 3 | 12 |
5 | Netherlands | 4 | 4 | 6 | 14 |
6 | United States | 4 | 3 | 7 | 14 |
7 | Norway | 4 | 3 | 6 | 13 |
8 | Poland | 4 | 0 | 0 | 4 |
9 | China | 3 | 2 | 0 | 5 |
10 | Belarus | 3 | 0 | 1 | 4 |
11 | Austria | 2 | 4 | 1 | 7 |
12 | France | 2 | 0 | 2 | 4 |
13 | Sweden | 1 | 5 | 2 | 8 |
14 | Japan | 1 | 3 | 1 | 5 |
15 | Slovenia | 1 | 1 | 3 | 5 |
16 | Korea | 1 | 1 | 1 | 3 |
17 | Great Britain | 1 | 0 | 1 | 2 |
18 | Slovakia | 1 | 0 | 0 | 1 |
19 | Italy | 0 | 2 | 3 | 5 |
20 | Czech Republic | 0 | 2 | 1 | 3 |
21 | Finland | 0 | 2 | 0 | 2 |
22 | Latvia | 0 | 1 | 2 | 3 |
23 | Australia | 0 | 1 | 1 | 2 |
24 | Croatia | 0 | 1 | 0 | 1 |
=25 | Kazakhstan | 0 | 0 | 1 | 1 |
=25 | Ukraine | 0 | 0 | 1 | 1 |
1. Anna Fenninger (Aut) 1’25″52
2. Maria Riesch (Ger) a 55/100
3. Nicole Hosp (Aut) a 66/100
1. Svezia 53’02″7
2. Finlandia a 0″5
3. Germania a 0″9
1. Yang Zhou (Cin) 2’19″140
2. Suk Hee Shim (S. Cor) 2’19″239
3. Arianna Fontana (Ita) 2’19″416
1. Victor An (Rus) 1’25″325
2. Vladimir Grigoriev (Rus) 1’25″399
3. Sjinkle Knegt (Ola) 1’25″611
1. Zbigniew Brodka (Pol) 1’45″006
2. Koen Verweij (Ola) 1’45″009
3. Denny Morrison (Can) 1’45″22
1. Alexander Tretiakov (Rus) 3’44″29
2. Martins Dukurs (Let) 3’45″10
3. Matthew Antoine (Usa) 3’47″26
1. Kamil Stoch (Pol) 278.7
2. Noriaki Kasai (Jpn) 277.4
3. Peter Prevc (Slo) 274.8