L’ultima medaglia d’oro di giornata è andata al Canada, che ha vinto la gara del bob a due femminile in un grande duello con gli Stati Uniti. Il successo dunque è andato a Kaillie Humphries e Heather Moyse, cioè l’equipaggio già olimpionico quattro anni fa a Vancouver. Le canadesi hanno rimontato e battuto Stati Uniti 1, cioè l’equipaggio formato da Elana Meyers e soprattutto Lauryn Williams, che ottiene così una medaglia anche ai Giochi invernali dopo quelle vinte d’estate in atletica, ma fallisce l’obiettivo dell’oro che le avrebbe consentito di eguagliare il connazionale Edward Eagan, l’unico a riuscire in una impresa di questo tipo, ma tra il 1920 e il 1932. Bronzo a Usa 2 di Jamie Geubel e Aja Evans.
L’Italia ha vinto la quinta medaglia di bronzo alle Olimpiadi invernali di Sochi: ed è un bronzo totalmente inaspettato, perchè arriva dalla staffetta mista del biathlon. Dove, naturalmente, non speravamo minimamente: altre erano le nazionali più competitive, dalla Francia alla Russia passando per la Germania. Messe tutte dietro: Dorothea Wierer, Karin Oberhofer, Dominik Windish, Lukas Hofer sono i quattro grandi protagonisti che riportano l’Italia sul podio del biathlon dopo 16 anni. L’oro va alla Norvegia (che allunga nel medagliere): inevitabile quando in squadra ci sono fenomeni come Tora Berger, Ole Einar Bjorndalen e Emil Hegle Svendsen. Argento alla Repubblica Ceca di una straordinaria Gabriela Soukalova. L’Italia raggiunge così le sette medaglie complessive, due in più di quanto fatto a Vancouver 2010: manca ancora la ciliegina dell’oro.
La ceca Martina Sablikova ha vinto i 5000 metri del pattinaggio di velocità femminile, prova più lunga per le ragazze e ultima individuale prima delle gare a squadre. Due medaglie ancora una volta per l’Olanda dominatrice assoluta delle prove alla Adler Arena, che piazza la famosa Ireen Wust al secondo posto, mentre il bronzo è andato alla sua connazionale Carien Kleibeuker.
A completare le finali del mattino, ecco l’oro della Finlandia nella sprint a coppie tc maschile di sci di fondo. Un oro a suo modo storico, perché – incredibile a dirsi – il Paese finnico non vinceva un oro ai Giochi invernali da Salt Lake City 2002. Un vuoto di 12 anni che termina grazie alla coppia formata da Iivo Niskanen e Sami Jauhojaervi, che hanno battuto la Russia al termine di una finale drammatica, decisa dalla caduta della Germania che ha spalancato la strada per il podio alla Svezia, che da quarta si è ritrovata terza. Un pizzico di delusione anche per i padroni di casa perché Nikita Kriukov, lievemente danneggiato dalla Germania nella caduta, non ha potuto giocarsi tutte le carte nello sprint finale.
Grandi emozioni attorno all’ora di pranzo a Sochi. Ted Ligety ha vinto la medaglia d’oro nel gigante maschile, ed è la prima volta che questa gara viene vinta da un non europeo. Per l’americano è il sigillo a tanti anni di dominio della specialità, di cui è anche campione del Mondo in carica. Ridono gli Stati Uniti, ma ride anche la Francia, che dalla disciplina nella quale ha una squadra fortissima ottiene l’argento di Steve Missillier e il bronzo di Alexis Pinturault. Ma sono stati assegnati anche i due titoli del gigante parallelo di snowboard: storia incredibile quella dell’americano Vic Wild, naturalizzato russo per matrimonio. Dunque un americano che vince l’oro per la Russia nei Giochi organizzati per la prima volta nell’ex Urss: una storia degna di 007 ai tempi della Cortina di Ferro, per fortuna invece oggi può succedere con molti meno problemi. Tra le donne invece ha vinto la svizzera Patrizia Kummer, che porta l’ennesimo oro in questi Giochi agli elvetici, semplicemente scatenati. Inoltre, ecco la sprint a coppie di sci di fondo donne. Oro per la Norvegia, che torna a dominare con la coppia formata da Ingvild Flugstad Oestberg e dall’immensa Marit Bjoergen, che aggiunge una nuova pagina alla sua storia leggendaria in un podio tutto nordico con la Finlandia seconda e la Svezia terza.
Altra giornata intensa quella di mercoledi 19 febbraio 2014: a Sochi siamo al dodicesimo giorno di gare di Olimpiadi invernali, e si assegnano ben otto titoli. Occhi puntati in particolare sulla staffetta mista del biathlon, ovvero 2×6 Km donne e 2×7,5 Km uomini (occhio alle solite scandinave, alla Bielorussia che però non schiera Darya Domracheva, alla Francia) e all’Italia ovviamente, anche se gli azzurri non partono certo come favoriti. Poi, lo slalom gigante maschile: qui Ted Ligety è il grande favorito della vigilia, ma abbiamo già visto come i pronostici possano essere sovvertiti. Chissà che la sfortuna che ha colpito Daniela Merighetti e Nadia Fanchini, entrambe quarte nelle loro prove, non si trasformi in fortuna per uno dei quattro azzurri che competono. Nello snowboard, slalom gigante parallelo (maschile e femminile) la nostra speranza si chiama Roland Fischnaller: siamo andati bene finora ma non abbastanza da prenderci una medaglia, che potrebbe arrivare domani. Ricordiamo che in testa al medagliere c’è sempre la Germania, ma ormai la Norvegia è lì: con un oro oggi opererebbe il tanto agognato sorpasso. L’Olanda resta sul gradino più basso del podio in virtù dei grandi risultati ottenuti nel pattinaggio di velocità; dietro però spingono Stati Uniti, Russia (quantomeno, da padroni di casa, devono salire sul podio e puntano dichiaratamente alla vittoria dei Giochi) e Svizzera. Attardata l’Austria che ha già vinto 6 argenti ma solo due ori (con Matthias Mayer e Anna Fenninger, entrambi nello sci alpino), l’Italia rimane al ventesimo posto: vincesse il tanto agognato primo oro scavalcherebbe Slovacchia e Gran Bretagnia, con un argento in più sarebbe improvvisamente sedicesima. Ce la faremo? Il presidente del CONI Giovanni Malagò si è detto fiducioso: speriamo che abbia ragione, intanto oggi Carolina Kostner inizia (insieme a Valentina Marchei) la sua gara di pattinaggio di figura individuale. C’è il programma corto: le medaglie si assegnano domani, ma oggi si può cominciare a costruire la strada verso il podio…
Rank | Country | Gold | Silver | Bronze | Total |
1 | Norway | 9 | 4 | 7 | 20 |
2 | Germany | 8 | 4 | 4 | 16 |
3 | United States | 7 | 5 | 11 | 23 |
4 | Russian Fed. | 6 | 9 | 7 | 22 |
5 | Netherlands | 6 | 7 | 9 | 22 |
6 | Switzerland | 6 | 3 | 1 | 10 |
7 | Canada | 5 | 9 | 4 | 18 |
8 | Belarus | 5 | 0 | 1 | 6 |
9 | Poland | 4 | 0 | 0 | 4 |
10 | France | 3 | 2 | 6 | 11 |
11 | China | 3 | 2 | 1 | 6 |
12 | Austria | 2 | 6 | 1 | 9 |
13 | Sweden | 2 | 5 | 4 | 11 |
14 | Czech Republic | 2 | 3 | 2 | 7 |
15 | Slovenia | 2 | 1 | 4 | 7 |
16 | Korea | 2 | 1 | 1 | 4 |
17 | Japan | 1 | 4 | 2 | 7 |
18 | Finland | 1 | 3 | 0 | 4 |
19 | Great Britain | 1 | 0 | 1 | 2 |
20 | Slovakia | 1 | 0 | 0 | 1 |
21 | Italy | 0 | 2 | 5 | 7 |
22 | Australia | 0 | 2 | 1 | 3 |
23 | Latvia | 0 | 1 | 2 | 3 |
24 | Croatia | 0 | 1 | 0 | 1 |
=25 | Kazakhstan | 0 | 0 | 1 | 1 |
=25 | Ukraine | 0 | 0 | 1 | 1 |
1. Patrizia Kummer (Svi)
2. Tomoka Takeuchi (Jpn)
3. Alena Zavarzina (Rus)
1. Vic Wild (Rus)
2. Nevin Galmarini (Svi)
3. Zan Kosir (Slo)
1. Ted Ligety (Usa) 2’45″29
2. Steve Missillier (Fra) a 48/100
3. Alexis Pinturault (Fra) a 64/100
1. Norvegia (Oestberg-Bjoergen) 16’04″05
2. Finlandia (Saarinen-Niskanen) 16’13″14
3. Svezia (Ingemarsdotter-Nilsson) 16’23″82
1. Finlandia (Niskanen-Jauhojaervi) 23’14″89
2. Russia (Vylegzhanin-Kriukov) 23’15″86
3. Svezia (Joensson-Peterson) 23’30″01
1. Martina Sablikova (Cze) 6’51″54
2. Ireen Wust (Ola) 6’54″28
3. Carien Kleibeuker (Ola) 6’55″66
1. Norvegia (Berger-Eckhoff-Bjorndaelen-Svendsen) 1:09:17.0
2. Repubblica Ceca (Vitkova-Soukalova-Soukup-Moravec) +32.6
3. Italia (Wierer-Oberhofer-Windish-Hofer) +58.2
1. Canada 1 (Humphries-Moyse) 3’50″61
2. Stati Uniti 1 (Meyers-Williams) 3’50″71
3. Stati Uniti 2 (Evans-Greubel) 3’51″61