La fiamma olimpica si è spenta. E’ ufficiale: i Giochi Invernali di Sochi 2014 sono finiti. La Russia vince il medagliere: sono già partite speculazioni e ironie in merito, ma va detto che si tratta di una pratica che ogni quattro anni la Nazione ospitante deve subire (certo, episodi poco “chiari” ci sono stati). L’Italia è ventiduesima nel medagliere: per la prima volta dal non vince una singola medaglia d’oro, anche se incrementa il bottino totale rispetto a Vancouver 2010 (8 medaglie contro le 5 di allora); ci sarà tempo perchè ogni Federazione e ogni movimento faccia le sue valutazioni, per il momento tanti occhi lucidi per una bella esperienza che si chiude. La prossima volta che il braciere olimpico (invernale) tornerà ad accendersi sarà tra quattro anni: l’appuntamento è in Corea del Sud, a Pyeongchang. Grande ambasciatrice dei Giochi del 2018 è stata e sarà Yuna Kim, la Regina del pattinaggio di figura; tuttavia i suoi connazionali non la vedranno gareggiare sul ghiaccio di casa, perchè dopo la medaglia d’argento conquistata a Sochi ha dato l’addio a una straordinaria carriera.
Ed eccola, Arianna Fontana: non troppo visibile nel mare dei festeggiamenti per la chiusura delle Olimpiadi invernali Sochi 2014, ma c’è anche lei. Anzi, soprattutto lei: è la nostra portabandiera, e con orgoglio regge in mano il tricolore che lei stessa ha fatto alzare per ben tre volte durante le premiazioni. D’accordo, l’oro non è arrivato; ma un argento e due bronzi sono senza ombra di dubbio un risultato straordinario, che peraltro aumenta il totale delle sue medaglie olimpiche a cinque. In molti la vorrebbero anche a Pyeongchang tra quattro anni; sono tantissimi i messaggi che le stanno arrivando via Twitter. lei però medita da tempo il ritiro, perciò bisognerà vedere se tra quattro anni infilerà nuovamente i pattini per condurre l’Italia alla gloria a cinque cerchi. Nel frattempo, complimenti: è lei il volto più fulgido di questi Giochi un po’ sottotono per l’Italia.
Anche chi è già tornato a casa da giorni e non partecipa alla cerimonia di chiusura non fa mancare il suo arrivederci a Sochi: è il caso di Lara Gut, una delle più grandi deluse delle Olimpiadi Invernali. Per la svizzera di Sorengo una medaglia di bronzo nella discesa libera: 10 centesimi di differenza che l’hanno fatta scoppiare in lacrime sul traguardo. Si è poi scusata con tutti e ha accettato il verdetto: questo non cancella l’amaro quarto posto del Super-G, ma a nemmeno 23 anni le occasioni per rifarsi ci sono tutte. Lo sa anche lei, che sul suo profilo Facebook ha postato una foto che, ne siamo certi, farà migliaia di click: vedere per credere, il messaggio è mezzo in francese e mezzo in inglese (due delle lingue parlate dalla sciatrice elvetica, che se la cava molto bene anche con il tedesco – la lingua madre è l’italiano ovviamente) e semplicemente dice “arrivederci Olimpiadi! Prossimo appuntamento tra quattro anni in Corea del Sud“. Lei ci arriverà più agguerrita che mai, pronta a vincere quell’oro che le è sfuggito in Russia.
E’ in corso la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali Sochi 2014. Bellissimi i giochi di luce, bellissimi i colori nella notte russa: la “sceneggiatura” è affidata a Marco Balich, che aveva già curato la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Torino 2006. Gli atleti stanno twittando in tempo reale le loro emozioni e sensazioni: è il caso di Gracie Gold, che si è fatta un “selfie” (cioè un autoscatto, nel termine tecnico dei social network) con lo sfondo del braciere olimpico ancora illuminato. La pattinatrice americana, quarta nel programma individuale alla sua prima apparizione ai Giochi, ha accompagnato la fotografia con il messaggio “Grazie per tutti i ricordi Sochi! Ho vissuto il miglior momento della mia vita”. A 18 anni, la speranza è che ne viva altri; senza più Yuna Kim e Mao Asada poi…
E’ in corso la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali Sochi 2014. Bellissimi i giochi di luce, bellissimi i colori nella notte russa: la “sceneggiatura” è affidata a Marco Balich, che aveva già curato la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Torino 2006. Gli atleti stanno twittando in tempo reale le loro emozioni e sensazioni: è il caso di Gracie Gold, che si è fatta un “selfie” (cioè un autoscatto, nel termine tecnico dei social network) con lo sfondo del braciere olimpico ancora illuminato. La pattinatrice americana, quarta nel programma individuale alla sua prima apparizione ai Giochi, ha accompagnato la fotografia con il messaggio “Grazie per tutti i ricordi Sochi! Ho vissuto il miglior momento della mia vita”. A 18 anni, la speranza è che ne viva altri; senza più Yuna Kim e Mao Asada poi…
Ci siamo: ecco come si presenta il complesso di Sochi per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali 2014. E’ stata un’edizione intensa: tanti titoli assegnati, tante medaglie, tante gioie e tante delusioni. Molti degli atleti sono già rientrati in patria: quelli rimasti celebrano questa sera la fine delle loro fatiche, prima di tornare agli impegni “quotidiani”. Per l’Italia, portabandiera è Arianna Fontana: sono arrivate da lei tre delle otto medaglie vinte dagli azzurri. Sono tre in più di Vancouver 2010, ma stavolta non ci sono ori: possiamo essere parzialmente soddisfatti, perchè certamente ci sono delle discipline che dovranno farsi alcune domande sul bilancio di questi Giochi.
Il Canada ha vinto la medaglia d’oro più attesa, quella del torneo maschile di hockey su ghiaccio. In finale battuta la Svezia per : chirurgici i canadesi che replicano l’oro di Vancouver. Una rete per tempo grazie a Jonathan Toews, Sidney Crosby e Chris Kunitz: per la Svezia un comunque onorevole argento, dopo aver battuto la Finlandia in semifinale. Finlandia che si era aggiudicata la medaglia di bronzo distruggendo gli Stati Uniti nella finale di consolazione. Così, il Canada fa doppietta: anche le donne hanno vinto la medaglia d’oro. Si tratta dell’ultima competizione: le Olimpiadi invernali di Sochi sono ufficialmente finite, ora resta solo la cerimonia di chiusura.
Si è appena conclusa la quarta e ultima manche di bob a 4 maschile: è ancora la Russia a prendersi la medaglia d’oro, coronando la sua grande giornata e mettendo l’accento su un medagliere che aveva già vinto con la 50 Km di sci di fondo, conclusa nella mattinata italiana. I russi vincono con un tempo totale di , appena 9 centesimi meno della Lettonia che conquista comunque un ottimo argento; medaglia di bronzo per gli Stati Uniti, mentre l’Italia si deve accontentare di un modestissimo diciottesimo posto. A questo punto resta allora da assegnare un solo oro: quello dell’hockey maschile, con la finale Canada-Svezia che sta per cominciare (il bronzo è stato vinto dalla Finlandia ai danni degli Stati Uniti). Poi sarà tempo della cerimonia di chiusura.
“Sono felice sia finita. Finalmente, è finita”. Il video risale a ieri: Yuna Kim si ritira, era stato annunciato ma sentirlo da lei in persona è comunque “doloroso”. La Regina, come è stata soprannominata per la grazia nel pattinaggio, lascia a 23 anni: ha vinto un oro e un argento olimpici e sei medaglie mondiali (due ori, due argenti e due bronzi) e altre due medaglie ai mondiali juniores. La Kim, probabilmente derubata di una medaglia d’oro sacrosanta na Sochi, ha spiegato il perchè. “Tutti quegli allenamenti sono stati così faticosi: quattro anni fa avrei fatto di tutto per vincere, ora no; mi si è spento qualcosa”. Le motivazioni: le stesse che potrebbero e dovrebbero portare al ritiro Mao Asada, la grande delusa della gara individuale, scoppiata in lacrime al termine del programma libero per una medaglia persa il giorno precedente; ma forse anche come una liberazione. La stessa che ha avuto Yuna Kim.
E’ la Russia la grande dominatrice della 50 Km maschile di sci nordico. I padroni di casa fanno l’ein plein e portano sul podio tre atleti, che si giocano la vittoria al fotofinish insieme al norvegese Martin Johnsrud Sundby, beffato e quarto sul traguardo. Oro dunque ad Alexander Legkov, argento a Maxim Vylegzhanin, bronzo a Ilia Chernusov. L’ultima tripletta russa era arrivata nel 1992. Per quanto riguarda gli italiani, il migliore è Roland Clara che arriva undicesimo con 33 secondi di ritardo; sedicesimo David Hofer, venticinquesimo Francesco De Fabiani. Finisce qui il programma dello sci di fondo a Sochi: per gli azzurri una tremenda delusione, forse è questa la disciplina nella quale torniamo a casa con le orecchie più basse.
Siamo ormai al gran finale delle Olimpiadi invernali Sochi 2014. Ultimo giorno di gare, ultimi tre titoli da assegnare, ultime emozioni da vivere prima della cerimonia di chiusura che farà definitivamente calare il sipario su questa edizione dei Giochi con lo spegnimento del braciere olimpico. Dunque sono tre ancora i podi da definire, per un totale di quattro eventi da vivere insieme oggi. Si inizia alle ore 8.00 italiane con il via alla 50 km maschile di sci di fondo, la gara più lunga, quella che sta alle Olimpiadi invernali come la maratona a quelle estive. Per l’Italia saranno in gara – tecnica libera con partenza in linea – Roland Clara, Francesco De Fabiani e David Hofer, purtroppo non il veterano Giorgio Di Centa (oro a Torino 2006 proprio in questa gara) che avrebbe voluto chiudere qui la propria avventura olimpica, ma è stato sconfitto da una fastidiosa ernia. Alle ore 10.30 sarà invece il momento della terza manche della gara di bob a quattro maschile, seguita a mezzogiorno dalla quarta manche che assegnerà le medaglie. Per l’Italia ecco l’equipaggio formato dal guidatore Bertazzo con Costa, Fontana e il frenatore Romanini. Proprio quest’ultimo ha sostituito Frullani, nome a cui è legata la pagina più triste per la spedizione azzurra a Sochi, causa doping. Infine, alle ore 13.00 ecco la finale per il primo posto del torneo di hockey maschile. Nelle speranze degli organizzatori, doveva essere l’apoteosi della squadra russa. Invece, sarà Canada-Svezia, in ogni caso una finale di lusso fra gli svedesi oro nel 2006 e i canadesi oro nel 2010: in un certo senso potremmo definirlo uno spareggio per definire la squadra più forte dell’ultimo decennio. Chi gioirà nell’ultimo spettacolo di Sochi?