Dwyane Wade lascia i Miami Heat e nella prossima stagione giocherà con i Chicago Bulls. Il mercato NBA continua a riservare emozioni in questa “frizzante” estate 2016, ma questa notizia è senza dubbio fra le più importanti in assoluto: Wade giocava a Miami fin dal 2003 ma adesso torna nella sua città, dove è cresciuto e dove da bambino andava al palazzetto per tifare per i Bulls, la sua squadra del cuore. Tredici anni in Florida chiusi dunque dal ritorno a Chicago, grazie anche a un biennale da 47,5 milioni di dollari, con lopzione di tornare sul mercato la prossima estate. Gli Heat gli avevano invece chiesto uno sconto sul salario (e non è la prima volta), dunque anche questo ha inciso sulla scelta di Wade, che dopo avere vinto a Miami proverà a farlo anche con la squadra della sua città, per esaudire il sogno di ogni bambino.
Che il mercato della NBA, la cosiddetta “Free Agency” nellestate 2016, sarebbe stato “frizzante” era lopinione di tutti gli addetti ai lavori sia da questa parte delloceano che negli Stati Uniti e certamente i primi giorni non hanno fatto che confermare le previsioni, con una serie di movimenti che stanno “rivoluzionando” lo stato delle cose della palla a spicchi professionistica americana. La combinazione dellinnalzamento del salary cap, e della presenza nella lista dei free agency, di molti nomi altisonanti, ha fatto sì che i g.m. delle varie squadre abbiano operato sul mercato in maniera importante già nei primi quattro giorni, sia con trasferimenti che con conferme di giocatori che hanno deciso di rimanere fedeli alla propria franchigia.
Tra le conferme che sono arrivate per prime cè quella di DeMar DeRozan, guardia dei Toronto Raptors, che questanno hanno raggiunto la finale di Conference per la prima volta nella loro storia anche per le sue grandi prestazioni. Il giocatore, che parteciperà alle Olimpiadi di Rio con la nazionale statunitense, ha firmato con la franchigia canadese un quinquennale a 145 milioni di dollari.
Ad una cifra più alta di lui, che rappresenta finora anche il record dei contratti, è arrivato il play di Memphis, Mike Conley jr. figlio del triplista olimpionico con lo stesso nome, che ha rinnovato con i Grizzlies, mettendosi in tasca un assegno di 163 milioni di dollari in 5 anni, una quotazione ben più alta, ad esempio, di quella dellMVP della stagione regolare, Stephen Curry, che potrà rinegoziare il suo contratto con i Warriors solo al termine della prossima stagione e che è attualmente “imprigionato” in un contratto a cifre più basse.
Nella giornata di ieri è arrivato poi quello che dovrebbe venire etichettato come il “colpo” del mercato 2016, con Kevin Durant che ha scelto di lasciare OKC, per trasferirsi proprio ai Warriors per formare con lo stesso Curry, Klay Thompson, Draymond Green ed Igoudala, un “Dream Team” che pare possa dominare la scena NBA nei prossimi anni, sempre naturalmente con il permesso di “Sua maestà” LeBron James, i cui Cleveland Cavaliers, potrebbero rispondere riportandogli a fianco Wade, che sembra davvero essere intenzionato a lasciare Miami, e sul quale si concentrano anche le attenzioni dei Bulls, che a loro volta hanno visto partire Derrick Rose e Noah con destinazione la “Grande mela”.
Tornando al passaggio di Durant ai Warriors, che ha firmato un biennale, a cifre anche abbastanza modeste per lui, 54,3 milioni di dollari, la molla che ha spinto lala che sarà anche lui nei 12 scelti da Team Usa per le Olimpiadi, è quella di tentare di vincere il titolo, dopo essersi reso conto dellimpossibilità di farlo con la casacca che ha vestito sino a questa stagione, una scelta condivisibile, anche se molti commentatori americani e tifosi europei, lhanno criticata sui social network.
Il passaggio di Durant a Golden State ha sbloccato immediatamente altri movimenti, primo fra tutti il trasferimento di Pau Gasol. Il pivot spagnolo ha lasciato i Chicago Bulls per approdare in Texas, alla corte di Gregg Popovich, dove prenderà quasi sicuramente il posto di Tim Duncan, che pare intenzionato a ritirarsi. Per il catalano la firma su un contratto da 30 milioni di dollari in due stagioni, ed anche la certezza di entrare a far parte di un “sistema” molto collaudato, come quello dei San Antonio Spurs, che negli ultimi due anni, con il suo arrivo e quello precedente, di LaMarcus Aldridge, hanno dato una bella “rinfrescata” al loro roster.