Javier Pastore è rimasto nel cuore dei tifosi del Palermo, che ricordano con nostalgia le sue giocate: quella squadra centrò l’ottavo posto in campionato e arrivò in finale di Coppa Italia; fun l’ultimo anno importante per i rosanero, che poi sprofondarono verso una stagione di difficoltà che portarono a una lotta per la salvezza poi vinta tra mille difficoltà (e quest’anno non va certo meglio, anzi). Ispiratore di quella squadra che si avvaleva anche dei gol di Miccoli e Ilicic, delle geometrie di Bacinovic e dei polmoni di Migliaccio, era proprio il Flaco, al suo secondo anno a Palermo e ormai esploso come un grande talento. La sua cessione fu inevitabile: 42 milioni di Euro non si possono rifiutare se sei una squadra provinciale che lotta per conquistarsi un posto al sole. A Parigi non è andata altrettanto bene, o almeno non ancora: nonostante i 13 gol della prima stagione sotto la Torre Eiffel, la classe illuminante di Pastore non si è ancora vista, e il rischio è quello di perdersi in mezzo a così tanti campioni. Sono in tanti a chiedersi se l’esborso economico non sia stato eccessivo, ma è sempre facile parlare con il senno di poi; Maurizio Zamparini, che quei soldi li ha incassati, ha invece usato ben altre parole, individuando il problema da un’altra parte: “Javier un flop? No, non ci siamo proprio, lui è un fenomeno”, ha detto a Calcissimo.com. “E’ Ancelotti che non capisce un cavolo di calcio, non lo apprezzo proprio come allenatore”. E’ l’eterno problema: è l’allenatore che sbaglia a collocare tatticamente Pastore? Ancelotti lo utilizza come interno di centrocampo oppure come trequartista, ma in 4-2-3-1 che di fatto lo priva della libertà necessaria a svariare per il campo e avere tempi e modi di giocare il pallone come più gli conviene. E poi, a sentire il patron del Palermo, certe figure nello spogliatoio non aiutano: il pensiero va a Zlatan Ibrahimovic, uno che Zamparini non ha esitato a definire come un “macinatore di spogliatoi. Ha demolito quelli di Inter, Juve e Milan, e a Parigi fa la stessa cosa”. Certo, le recenti dichiarazioni nelle quali è emerso il suo desiderio di tornare al Milan non devono aver accresciuto l’autostima dei compagni, ma conosciamo bene il personaggio Ibrahimovic e sappiamo che ad ogni modo il suo impegno sul campo rimane totale. Chi non sembra avere problemi di spogliatoio è proprio il Palermo, che ha già cambiato l’allenatore in questo avvio di campionato (fuori Sannino dopo tre giornate), ma con Gasperini sembra aver ingranato quanto meno dal punto di vista della voglia che i rosanero mettono in campo. Zamparini si dice contento della scelta di puntare su Gasperini: “Sta facendo un grande lavoro, è un ottimo allenatore e i risultati si cominciano a vedere”. La squadra, a suo avviso…
… è sempre stata di livello, per cui ci voleva soltanto la guida tecnica giusta per farla decollare. A livello dirigenziale, invece, le redini sono state assunte in tutto e per tutto da Pietro Lo Monaco, ex dirigente del Genoa (una brevissima parentesi) e soprattutto dei ‘cugini’ del Catania. “Finalmente ho trovato una persona come Lo Monaco a cui affidare in tutta serenità la gestione del Palermo”, ha sottolineato Zamparini, che ha chiarito di non aver affatto abbandonato il club, ma di essersene distaccato per via dei suoi molteplici impegni personali, che vanno dalla cura delle sue aziende alla promozione del proprio movimento politico, simile, dice, a quello grillino. Insomma, è uno Zamparini vulcanico come sempre, in forma smagliante e senza peli sulla lingua. E a gennaio, come spiegato qualche giorno fa dall’ad Lo Monaco, non sono da escludere nuovi innesti. Per adesso quindi è un Palermo sereno, a fronte anche dei quattro punti raccolti nelle ultime due giornate: per quanto durerà ancora l’idillio?