La Procura Antidoping del Coni ha deferito il marciatore altoatesino Alex Schwazer, per il quale ha chiesto quattro anni di squalifica (cioè il massimo della pena), per la positività all’Epo in un controllo a sorpresa effettuato sul campione olimpico della 50 chilometri di marcia a Pechino 2008 prima dell’Olimpiade di Londra 2012. La richiesta al Tribunale Nazionale Antidoping è stata avanzata dal capo della Procura del Coni specializzata nelle indagini contro il fenomeno del doping, Ettore Torri, e non prevede nessun tipo di sconto di pena rispetto al massimo della squalifica. Le motivazioni della richiesta contro il marciatore – che oltre all’oro olimpico vanta due bronzi mondiali, sempre sulla 50 km, ed un argento europeo sui 20 km – si basano su quattro pilastri: la positività al test antidoping fuori competizioni effettuato il 30 luglio nella sua Racines, a pochi giorni dalle gare a cinque cerchi; la frequentazione con il discusso medico Michele Ferrari, messo al bando dal Coni; le anomalie segnalate a febbraio e ad aprile dalla Iaaf (la federazione mondiale di atletica leggera) sul passaporto biologico del marciatore; infine, l’acquisto di sostanze dopanti, che secondo le ammissioni dell’altoatesino sarebbe avvenuto in Turchia. Ricordiamo che a Londra Schwazer avrebbe dovuto disputare entrambe le gare di marcia, invece prima rinunciò alla 20 km (adducendo come motivo qualche problema fisico), e poi arrivò la notizia della sua positività nei giorni precedenti la gara più lunga. Rispetto all’iniziale violazione riscontrata, cioè l’acquisto di Epo, a Schwazer la Procura antidoping contesta anche l’utilizzo di testosterone, ritrovato – secondo quanto si è appreso oggi – nelle perquisizioni effettuate a casa sua il 10 agosto scorso, pochi giorni dopo l’annuncio pubblico della positività, e il cui acquisto è stato poi confermato dallo stesso atleta negli interrogatori («L’ho comprato via Internet», ha detto Alex). Gli acquisti erano naturalmente finalizzati alla ricerca della vittoria alle Olimpiadi, che per Schwazer era quasi diventata un’ossessione in uno sport che non riusciva più ad appassionarlo e che viveva solo come un obbligo, ‘costretto’ a vincere nella gara più importante dell’intero quadriennio, l’unica che finisce davvero sotto i riflettori. Ricordiamo che per il codice Wada l’acquisto di sostanze vietate rappresenta un’ulteriore aggravante per un atleta.
La richiesta avanzata oggi dal procuratore apre di fatto il procedimento della giustizia sportiva a carico dell’azzurro. A inizio anno nuovo sono attesi il processo e il verdetto, con l’inevitabile stangata per il marciatore. Va detto però che Alex, nato il 26 dicembre 1984 a Vipiteno, sembra intenzionato a non ritornare più in attività, e ha già iniziato una nuova vita – sempre con al fianco la fidanzata e pattinatrice Carolina Kostner – iscrivendosi all’Università di Innsbruck al corso triennale di Management e Turismo. Una nuova vita che naturalmente ci auguriamo possa soddisfare l’uomo Alex Schwazer, al di là di quello che sarà il suo destino sportivo. Il doping è comunque un problema molto serio per il mondo della marcia: è di pochi giorni fa la notizia della squalifica a vita per il russo Sergei Morozov.