La lotteria dei Draft NBA è uno degli atti più attesi della stagione cestistica statunitense. Proprio dalla scelta degli atleti provenienti dalle università può dipendere il futuro delle franchigie che hanno bisogno di risollevarsi e una scelta azzeccata o sbagliata può influire sul loro destino per un congruo numero di anni.
Il Draft di quest’anno era poi molto atteso, poiché secondo gli addetti ai lavori la qualità media degli atleti in palio era tra le più elevate degli ultimi tempi. Andiamo quindi a vedere cosa è successo e le previsioni degli esperti per quanto potrà succedere nel mondo professionistico statunitense, dopo quanto accaduto. La prima scelta assoluta spettava quest’anno ai Minnesota Timberwolves, una vera primizia in tal senso. Nessuna sorpresa per la loro scelta, che è caduta su Karl Anthony Towns, centro proveniente da Kentucky, il quale sarà ora chiamato a fare coppia con Andrew Wiggins, a sua volta prima scelta assoluta dello scorso anno e arrivato ai Timberwolves nel quadro dell’operazione che ha portato Kevin Love a Cleveland. Una scelta che conferma l’assoluta bontà del lavoro svolto da Kentucky, se si pensa che Towns è il terzo giocatore proveniente da questo college a ricoprire la funzione di prima scelta assoluta negli ultimi sei anni, sulle orme di Anthony Davis, nel 2012, e di John Wall, due anni prima. Va inoltre messo in rilievo come l’università guidata da Calipari sia riuscita addirittura a piazzare ben quattro dei componenti del quintetto base nel corso di questo primo round, andando ad eguagliare il record fatto segnare da North Carolina nel 2005. Ora per Minnesota sembra arrivato il momento di mettere a profitto il lavoro fatto nel corso degli ultimi anni, con un quintetto giovane e pieno di talento, cui Towns dovrà portare chili e una mano in grado di fare magie in serie.
E’ poi toccato ai Lakers, che nelle aspettative sarebbero dovuti andare su Jahlil Okafor, ovvero colui che aveva dominato la prima parte della stagione. La franchigia dello stato dorato ha invece dato vita ad una sorpresa abbastanza clamorosa, virando su D’Angelo Russell, guardia di Ohio State. Proprio a lui è quindi affidato il compito di fare da prima pietra per la ricostruzione di una squadra che negli ultimi anni ha perso anche la supremazia cittadina nei confronti degli arrembanti Clippers. Okafor è invece finito ai Philadelphia 76, in terza posizione, consolandosi però con il fatto di aver comunque coronato il suo sogno di giocare nel basket professionistico. Anche a lui, peraltro spetta un compito abbastanza ingrato, considerato che la sua nuova squadra ormai da anni non riesce a dare segni apprezzabili di vita. La successiva chiamata era forse la più attesa, perché riguardava la squadra di casa, quei New York Knicks che non riescono proprio ad uscire dal limbo della mediocrità, nonostante le grandi ambizioni. Tanto da procurare aspre critiche anche ad un mostro sacro come Phil Jackson, l’uomo cui è stato affidato il compito di riportare la franchigia della Grande Mela ad un ruolo più consono alla sua storia. La scelta dei Knicks ha però provocato una vera e propria rivolta da parte dei suoi appassionati tifosi, andando a cadere sull’ala lettone Kristaps Porzingis. Lo stesso Porzingis, ha comunque glissato su questa prima accoglienza non proprio esaltante da parte del Barclays Center, ricordando che in fondo i tifosi statunitensi hanno più dimestichezza coi giocatori provenienti dalle proprie università. Inoltre non va dimenticato che alcune prime scelte europee degli ultimi anni non si sono dimostrate esaltanti. L’umore generale si è però risollevato in un secondo momento, quando i Knicks hanno deciso di arruolare Jerian Grant, il nipote di Horace, spedendo Tim Hardaway ad Atlanta. Altro europeo entrato in questo draft è stato…
…Mario Herzonia, un croato che nonostante i soli 20 anni può già vantare un solido background, derivante dai tre campionati disputati a Barcellona. Per lui il numero 5 è stato speso da Orlando, mentre i Nuggets di Danilo Gallinari hanno ripiegato su Emmanuel Mudiay, un congolese che ha giocato l’ultima stagione in Cina.
Charlotte ha a sua volta esercitato la sua scelta su Frank Kaminsky, uno dei più attesi in assoluto. Eletto National College Player of the year, il lungo di Wisconsin ha infatti letteralmente demolito Towns nello scontro diretto nelle Final Four, facendo perno su un repertorio straordinario dal punto di vista tecnico, cui manca forse soltanto un minimo di atletismo in più. Sta ora a lui smentire i suoi pochi detrattori, coloro i quali sostengono che di fronte ai centri grossi e atletici dell’NBA potrebbe trovarsi presto in grave difficoltà.
Infine l’ultima grande sorpresa della serata, ovvero l’imprevista retrocessione in decima posizione di Justise Winslow, ala di Duke che secondo le previsioni della vigilia e degli osservatori avrebbe dovuto essere molto più in alto, scelto dai Miami Heat. Anche per lui ora non si tratta altro che di mettersi all’opera per dimostrare che avrebbe meritato più considerazione. Mentre il mondo della National Basketball Association si avvia verso una estate di trade che potrebbero letteralmente mutare i rapporti di forza delineati dall’ultima stagione.