Il debutto della ‘nuova era’ della Formula 1 a Melbourne non ha convinto. Poco spettacolo, macchine che non sono più il massimo della tecnologia (e del rumore) e regole sempre più complicate da capire per i tifosi. La prima vittima illustre è stato Daniel Ricciardo, che è stato squalificato al termine di una gara che per lui era stata memorabile: australiano secondo al Gran Premio d’Australia nella gara del suo debutto al volante di una Red Bull. Tutto cancellato a causa dell’eccessivo consumo di carburante: da quest’anno, infatti, non si possono utilizzare più di 100 kg di benzina per completare una gara, limite che è stato superato dalla macchina di Ricciardo. Se il pilota prova comunque a trattenere il lato positivo di una gara comunque indimenticabile (“Tutto sommato è stato un grande weekend e niente può togliermi questa sensazione”), la polemica è comunque scoppiata rovente, e al centro c’è una nuova parola che gli appassionati dovranno imparare a conoscere: flussometro. Questo è il nome dello strumento che consente alla Fia di controllare il consumo di benzina, stabilendo che non venga oltrepassato il limite sia totale sia del consumo istantaneo (il flusso non deve mai passare i 100 kg all’ora). Cosa è successo domenica? La Red Bull aveva notato già venerdì e sabato oscillazioni anomale nel funzionamento del flussometro, per cui in gara ha deciso di fare affidamento ai dati della propria telemetria. La Fia invece naturalmente teneva sotto controllo i dati del flussometro, come fa per tutte le macchine: rilevato che la vettura di Ricciardo stava utilizzando una quantità di benzina superiore al consentito, ha chiesto via radio alla Red Bull di rientrare nei parametri. La scuderia campione del Mondo ha ignorato il richiamo, così è scattata la squalifica. La Red Bull ha già presentato ricorso, basato sul fatto che anche altre squadre hanno denunciato problemi sul flussometro; tuttavia, solo il team anglo-austriaco non si è adeguato alle richieste della Fia, e questo probabilmente peserà molto sulla decisione finale, che difficilmente darà ragione alla Red Bull. Il delegato tecnico Joe Bauer ha scritto infatti nel suo rapporto che il limite è stato superato “in modo consistente”, mentre l’ex pilota italiano Emanuele Pirro, oggi commissario di gara e dunque una delle persone che ha preso la decisione di squalificare Ricciardo, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport: “La Fia durante la gara ha più volte avvertito la Red Bull che il consumo istantaneo era eccessivo, ma non ha avuto alcuna risposta”. Dunque, perché Chris Horner e soci avrebbero ignorato gli appelli? Probabilmente è stato un azzardo: scaricando le colpe sulle bizze del flussometro, la Red Bull avrebbe provato a guadagnare in potenza, perché basta l’1% di carburante in più per guadagnare ben 6 cavalli.