Difficile commentare una partita come Inter-Bologna 0-3: i nerazzurri partono bene, le occasioni nella prima mezz’ora sono tutte per la squadra di Ranieri, poi il Bologna si fa vedere in avanti e in due minuti segna due gol, con Di Vaio che sfrutta una difesa imbarazzante – il top è naturalmente l’”assist” di Ranocchia sulla seconda rete, ma anche la tenuta sul primo è davvero imbarazzante – e il resto della partita diventa un’inutile agonia, con una squadra incapace di reagire, in cui è difficile individuare sia il migliore (per scarsità di candidature, forse Poli) sia il peggiore, “titolo” per il quale le proposte invece abbondano davvero. La goccia che fa traboccare il vaso è Acquafresca che sembra Messi sul gol del 3-0 finale, e i numeri sono impietosi: un pareggio e cinque sconfitte nelle ultime sei partite giocate (peggio della serie fatale a Gasperini), settima vittoria casalinga stagionale, decima sconfitta in ventiquattro partite di campionato (non succedeva dal 1946-’47), differenza reti appena positiva con 34 gol fatti (pochi, solo Milito sta facendo una stagione positiva) e 33 subiti (troppi). I numeri sono talmente negativi che la colpa non può essere tutta dell’allenatore, questo è evidente: la maggior parte delle responsabilità sono di società, da un lato, e giocatori, dall’altro. Però è altrettanto evidente che la cosa più semplice da fare è cambiare allenatore, almeno per tentare di dare una scossa. La panchina di Ranieri, quindi, in questi giorni sarà rovente, e i nomi per una eventuale successione (subito o a giugno) si sprecano: il tecnico romano, intanto, ha giustamente provveduto a chiedere scusa a tutti al termine della partita di ieri, a partire dal presidente Moratti, che ha abbandonato lo stadio Meazza circa al ventesimo minuto del secondo tempo – una rarità. Ranieri ha iniziato la conferenza stampa ammettendo che “questi continui cambi di modulo hanno mandato in confusione i giocatori: ripartiremo dalla semplicità. Avevamo trovato una certa compattezza e l’abbiamo persa”. L’allenatore comunque non pensa a dimettersi: “Ad Appiano si allenano che è uno spettacolo. Ecco perchè non penso a dimettermi”. Anche Zanetti ha garantito ciò, dicendo che “la sintonia con Ranieri resta totale”, quindi l’obiettivo ora è ricompattarsi, ma – qui arrivano le scuse – “prima dobbiamo chiedere scusa al presidente che lasciando lo stadio ha fatto capire di non essere contento, e ai tifosi che ci hanno sostenuto anche sullo 0-2”. Nella prossima pagina il video con le scuse.