Comprare giocatori già affermati è facile (se non mancano i soldi da investire), scovare giovani talenti è più difficile. Il Napoli di Aurelio De Laurentiis sta lavorando sotto traccia, lontano dai riflettori. Come? Ha puntato su un progetto nel medio-lungo periodo, ricreando all’ombra del Vesuvio un modello di scouting con lo staff di Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani che avevano già fatto molto bene al Brescia e prima ancora, come collaboratori, all’Udinese. E i risultati si vedono. Il nuovo progetto tecnico per la primavera, la cui guida è stata affidata a Giampaolo Saurini, proposto proprio quest’anno da Mantovani e Micheli, è stato avallato da Riccardo Bigon: il Napoli Primavera è primo nel suo girone e, soprattutto, si è guadagnato l’accesso alla finale della Tim Cup Primavera superando la Roma che da sempre ha un ottimo settore giovanile. A marzo, manco a dirlo, in finale i ragazzi di Giampaolo Saurini (l’ex calciatore della Lazio che fino allo scorso anno ha allenato per anni la Primavera del Brescia arrivando negli anni d’oro con Mantovani e Micheli anche a una semifinale scudetto) affronteranno gli eterni rivali della Juventus. E il presidente De Laurentiis si aspetta 60mila persone al San Paolo pronte ad applaudire gli azzurri. Saurini ha avuto il merito di trasformare ragazzi che giocavano bene a pallone in calciatori: con il suo 4-3-3 ha portato un modo di fare calcio propositivo dove gli interpreti si divertono e al tempo stesso crescono. Si vedono i primi risultati. È il segnale positivo che anche a certi livelli si può lavorare con il settore giovanile. Il Napoli di oggi può esprimere molti nazionali dal futuro promettente: si va dal bomber ungherese Novothny (classe 1994, 185 centimetri d’altezza) a Roberto Insigne, che fa la seconda punta come il fratello e ha già debuttato con la prima squadra; a questi si aggiungono i difensori Emanuele Allegra, Giuseppe Nicolao e Igor Lasicki, mentre a centrocampo spiccano i 16enni Luca Palmiero (mediano), Giuseppe Fornito (classe 1994, macino con il numero 10) e Gennaro Tutino (ala destra/attaccante nel 4-3-3). Novothny (acquistato a gennaio 2012) e il polacco Lasicki (classe 1995 arrivato nel luglio 2012) sono i primi due frutti dello scouting estero integratisi alla perfezione con un gruppo già solido e valido. Tra i calciatori in erba e i loro scopritori si crea un legame forte e diretto dove non si sottovaluta l’aspetto emotivo e psicologico dettato dall’anagrafe; nel tempo si crea quasi un rapporto filiale dove i ragazzi sono responsabilizzati (vengono trattati come piccoli calciatori) ma devono saper ripagare la fiducia. Un giorno, forse, anche loro riusciranno a seguire le orme di Marek Hamsik, scovato dall’allora ds del Brescia Micheli che con Mantovani ha introdotto in Campania, sempre in costante contatto con Riccardo Bigon, un modo di lavorare apprezzato e redditizio. I due a Brescia, insieme a Marcello Marini (oggi al Milan), avevano lanciato oltre al già citato Hamsik diversi calciatori, fra questi Stankevicius, Berardi, El Kaddouri, Martinez, Caracciolo, Zambrella, Santacroce e Mannini. Non dimentichiamoci che erano stati sempre loro a portare in Italia il neoacquisto del Milan Salamon. Micheli e Mantovani non sono semplici osservatori, ma sono dirigenti con portafoglio per utilizzare una metafora politica:
Viaggiano in continuazione, osservano le gare (vengono realizzati filmati ad hoc sui singoli giocatori con i relativi parametri), parlano con il club e soprattutto con le rispettive famiglie e riescono a tornare con un contratto firmato. Nel quartier generale di Castelvolturno davanti a tanti monitor c’è, invece, Marco Zunino, il terzo uomo del gruppo. L’obiettivo è quello di battere sul tempo la concorrenza delle altre squadre. È un modello di scouting vincente frutto anche degli insegnamenti appresi negli anni Novanta dagli olandesi, dagli inglesi e dai tedeschi che erano bravi a battere a tappeto il mercato africano. È una filosofia di fare calcio molto simile a quella messa in campo dall’Arsenal. Adesso, nella finestra del mercato invernale, è arrivato il forte 18enne croato Josip Radosevic, che si farà le ossa in Primavera prima di essere messo a disposizione di Mazzarri. E Radosevic è l’ultimo colpo di un modello da imitare, è l’ultimo tassello di un Napoli che sogna in grande.