Calo nascite, Gian Carlo Blangiardo (ex presidente Istat) sull'inverno demografico: "Puntare su politica territoriale e anticipare nascita del primo figlio"

INVERNO DEMOGRAFICO, COSA FARE?

L’inverno demografico in Italia è sempre più preoccupante, con un calo delle nascite dell’8% in cinque mesi. I segnali sono molto negativi e suggeriscono, a Gian Carlo Blangiardo, ex presidente dell’Istat, quanto sia necessaria una politica territoriale. Ne parla in un’intervista al Sole 24 Ore, in cui analizza i dati — seppur provvisori — da cui arriva la conferma di una tendenza: quella che porterà a un abbattimento della soglia delle 350 mila nascite.



Il demografo non è sorpreso, perché conosce da tempo il problema, ma lo è dalla ‘cura’, anche se i segnali statali non sono mancati. Evidentemente bisogna fare di più; comunque, per Blangiardo, è necessario coinvolgere in maniera profonda i territori e il privato sociale.

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Infatti, ora che è sindaco di Meina, ha deciso di introdurre il rimborso delle scuole materne, pur essendo consapevole che non sia sufficiente — ma è comunque un inizio. La Cina, che ha un problema simile, ha deciso di introdurre sussidi per incoraggiare la natalità; eppure, per l’Italia sarebbe più facile agire, visto che c’è «maggiore libertà di azione».



IL FRENO CULTURALE ALLE NASCITE

Riguardo all’ipotesi di sostegni familiari nella prossima legge di bilancio, Blangiardo suggerisce di valutare la possibilità che «chi non ha più figli da mantenere possa dare di più» rispetto a chi è da poco genitore. Quindi, l’idea da prendere in considerazione — secondo l’ex presidente dell’Istat — è di «calibrare la fiscalità» in base a questo criterio.

Ma la questione da affrontare resta culturale, perché, anche se le coppie vogliono allargare la famiglia e avere figli, ci sono altri temi cruciali da cui non possono prescindere, a partire dal lavoro. Per questo, rimandano i discorsi sul diventare genitori e, alla fine, si fermano a un solo figlio.



Bisognerebbe «non ritardare troppo l’arrivo del primo figlio, quando possibile», secondo il demografo. Il problema è diffuso: infatti, in Francia è stato registrato un numero di morti superiore a quello delle nascite, stando ai dati raccolti dall’Insee, l’istituto nazionale di statistica di Parigi. Un dato inedito dal dopoguerra, che preoccupa, nonostante la Francia sia un modello virtuoso. Ma «il fenomeno è globale», fa notare Blangiardo.