Ad Haiti sono state rapite nove persone durante un assalto a un orfanotrofio alle porte della capitale: tra loro ci sarebbe anche un bimbo disabile

Non si arresta la violenza ad Haiti che da diversi anni a questa parte – ma soprattutto nell’ultimo periodo – interessa buona parte del paese, con il fulcro nevralgico nella capitale Port-au-Prince i larghissima parte controllata dalle bande armate che si oppongono all’ordine istituzionale al fine di ottenere il predominio dell’intero paese: l’ultimo, gravissimo, episodio – almeno tra quelli documentati – ha interessato un orfanotrofio di Kenscoff che si prende cura dei bambini haitiani disabili.



La notizia è stata diffusa proprio dal sindaco di Kenscoff – ovvero Masillon Jean – sulle pagine dell’AFP, spiegando che attorno alle ore 3:30 (che nel nostro paese erano le 9:30) un manipolo di uomini armati hanno fatto irruzione nell’orfanotrofio alle porte della capitale di Haiti: fortunatamente non si sarebbero registrate violenze, spari, feriti o morti, ma al contempo gli uomini hanno rapito nove tra le persone presenti nella struttura.



Tra questi, ci sarebbero – sempre secondo quanto spiegato dal sindaco e dalle persone che sono riuscite a salvarsi dagli assalitori – ci sarebbero sette operatori originari di Haiti, la direttrice irlandese della struttura – ovvero Gena Heraty – e un bimbo di appena tre anni costretto in sedia a rotelle; e mentre non si sa ancora nulla sull’identità dei rapitori, poche ore fa la stessa missionaria irlandese è riuscita a mettersi brevemente in contatto con i colleghi, confermando si essere in vita.

Cosa sta succedendo ad Haiti: la folle violenza delle bande armate che controllano la quasi totalità della capitale

Insomma, quello di oggi ad Haiti sembra essere solamente l’ennesimo episodio di violenza, sintomo della gravissima e delicata situazione in cui il paese versa ormai dal 2021: proprio quell’anno, infatti, il presidente Jovenel Moïse fu brutalmente assassinato e si è aperta una delicatissima fase di transizione politica della quale hanno approfittato decine e decine di differenti bande armate; mentre nonostante ora ci sia un presidente ad interim politicamente riconosciuto, le bande armate sono comunque riuscite a conquistare circa l’80% del territorio della capitale Port-au-Prince.



Civili ad Haiti (Foto: ANSA-EPA/MENTOR DAVID LORENS)

Le informazioni non sembra riescono a uscire agilmente dal territorio di Haiti, ma secondo il più recente rapporto delle Nazioni Unite tra aprile e giugno di quest’anno si sono contate poco meno di 200 persone rapite e mai individuate, unitamente a poche più di 1.500 persone (in larga parte civili) uccise nei violenti scontri che quasi quotidianamente scoppiano tra l’esercito regolare – fortemente sottodimensionato – e i miliziani delle bande armate.