CARCERI INTELLIGENTI: COSA SONO E PERCHÉ RAPPRESENTANO IL FUTURO
Il sovraffollamento delle carceri potrebbe avere una soluzione “digitale”. L’annoso problema che in Italia sta rendendo sempre più invivibili le prigioni, potrebbe infatti essere risolto con il passaggio agli istituti “smart”. In molte parti del mondo, a partire dal Regno Unito fino all’Australia, è stata infatti sviluppata la “prigione intelligente”, un sistema digitale per rivoluzionare la giustizia penale andando oltre la detenzione domiciliare e la libertà vigilata, soluzioni che potrebbero forse non bastare. Ma come funziona questo nuovo sistema bastato sull’intelligenza artificiale?
Attraverso una serie di funzionalità come l’analisi dei big data, la biometria e la tecnologia di riconoscimento facciale, la capacità di riabilitazione dei detenuti può subire una netta accelerata. Attualmente la tecnologia serve per i sistemi di monitoraggio che rilevano le attività irregolari, come le aggressioni o comportamenti illegali: grazie a questo si potrà stilare un rapporto dettagliato su ogni detenuto, anche grazie all’identificazione facciale o all’analisi dei movimenti. Anche per il tracciamento dei detenuti si utilizza sempre più spesso la tecnologia, attraverso gli strumenti di riconoscimento biometrico e le tecnologie di identificazione.
CARCERI INTELLIGENTI: REALTÀ VIRTUALE E NON SOLO
All’interno delle carceri intelligenti si usa anche la realtà virtuale: ad esempio, usando la tecnologia, il personale carcerario può simulare determinate situazioni, esercitandosi a rispondere in modo rapido ed efficace ad eventuali incidenti o pericoli. Per migliorare la sicurezza e l’integrità dei dati relativi al carcere si potrà utilizzare poi la tecnologia blockchain, che permette un’archiviazione più sicura, mentre per le attività del personale si potrà utilizzare la robotica e l’automazione. Per quanto riguarda i droni, invece, possono essere utilizzati purtroppo anche dall’esterno per portare all’interno delle carceri droga e armi o aiutare a fuggire: innovativi sistemi di rilevamento con sensori avanzati e algoritmi potranno però rilevare i droni e bloccarli.
Tecnologie in carcere e non soltanto: a Dubai è stato sviluppato un progetto, chiamato Cognify, che potrebbe rivoluzionare il sistema di giustizia penale. Alle persone incarcerate, infatti, vengono collegate delle macchine che sono grado di inondare i loro cervelli con ricordi artificiali. Si tratterebbe di una sorta di “film” realizzati dall’intelligenza artificiale, che farebbero rivivere ai detenuti quanto vissuto dalle vittime: dunque, verrebbe indotto in loro il senso di colpa. Con lo stato ipnotico, pochi istanti sembrerebbero lunghi anche dieci anni, come spiega il Corriere.