Svolta nell'omicidio di Carlo Mortilli: 27 anni dopo le analisi del DNA hanno permesso di appurare che il DNA del terzo killer corrisponde a Galletta
Ventisette anni dopo l’omicidio di Carlo Mortilli che sconvolse il piccolo comune di Padenghe – alle porte di Brescia – si stinge il cappio attorno a quel terzo uomo che da sempre resta uno dei principali grattacapi per gli inquirenti, mai veramente identificato e rimasto (almeno, in parte) a piede libero: una figura che si è riusciti a stringere attorno al profilo di Alessandro Galletta, nel frattempo incarcerato per un altro reato e che – quasi ovviamente – continua a professarsi innocente per l’omicidio di Carlo Mortilli.
Prima di arrivare alle novità sul caso, è bene tornare indietro fino a quella notte del 21 maggio del 1997: proprio in quel momento, infatti, il commerciante di orologi Carlo Mortilli fu raggiunto da tre uomini incappucciati fuori dall’albergo West Garda di Padenghe dai quali fu aggredito, assassinato e rapinato di una valigetta che conteneva – con ogni probabilità – orologi di valore o soldi; mentre ai primi arresti si arrivò pochissimi giorni dopo e negli anni sono stati condannati due uomini, nel frattempo tornati in libertà.
Le novità sul caso dell’omicidio di Carlo Mortilli: 27 anni dopo le analisi sul DNA hanno confermato l’identità del “terzo uomo”
Restava, però, da capire la natura di quell’unica traccia di DNA trovata sulla scena dell’omicidio di Carlo Mortilli su una calza di nylon, utilizzata quasi certamente per occultare il volto di chi la indossava: una traccia lasciata – si capì già all’epoca – in corrispondenza della bocca e del naso ma che non fu possibile analizzare in quanto il materiali genetico era insufficiente per comparazioni esterne; mentre comparata al DNA dei due condannati non diede alcuna corrispondenza.
Proprio quel DNA ha fatto scattare qualche anno fa un campanello nel database degli inquirenti perché dopo l’arresto di Alessandro Galletta (come dicevamo prima, per reati differenti dall’omicidio di Carlo Mortilli) e il prelievo del suo materiale genetico, è sembrata possibile una corrispondenza: proprio con questa teoria è stato aperto un nuovo fascicolo di indagine che vede al centro proprio il 53enne; all’epoca dei fatti amico dei due soggetti che vennero indagati e condannati.
In queste ore, poi, è andata in scena la penultima tappa del nuovo processo per la morte di Carlo Mortilli in cui è stato ascoltato il perito Carlo Previderè incaricato dal giudice di effettuare le analisi sulla calza di nylon: secondo l’esperto la conclusione è chiara e inconfutabili perché analizzato con due differenti kit quel DNA sulla calza è assolutamente e perfettamente sovrapponibile a quello di Galletta; mentre la sentenza è attesa per il prossimo 14 ottobre, ultima tappa del processo.