Carlo Nordio/ “Magistratura? Serve rivoluzione, Riforma Cartabia minimo sindacale”

- Davide Giancristofaro Alberti

Carlo Nordio, ex magistrato e scrittore, ospite in collegamento con il programma di La7, Omnibus: ecco che cosa ha detto sulla giustizia e la riforma Cartabia

carlo nordio Carlo Nordio, ex magistrato (LaPresse)

L’ex magistrato e autorevole scrittore, Carlo Nordio, è stato intervistato stamane dai microfoni di Omnibus, programma di La7. L’argomento centrale della trasmissione di oggi è stata la riforma della giustizia per cui ieri si è raggiunta una quadra nell’esecutivo: “Ho letto l’articolo di fondo di Paolo Mieli – esordisce Carlo Nordio riferendosi all’editoriale di stamane sul Corriere delal Sera – è un articolo shakesperiano. Respinge un’ipotesi che è la dominante e cioè che la magistratura si un corpo più o meno malato. C’è molto del vero in questo, perchè basta seguire lo scandalo Palamara e da lì arrivare a quello che sta accadendo oggi alla procura di Milano, dove sono tutti contro tutti ed è la più importante procura d’Italia, per capire che la magistratura necessita di una revisione e di una rivoluzione copernicana che però questa legge non può e non mira ad ottenere e si può ottenere soltanto con una riforma costituzionale e magari con un successo del referendum”.

E proprio sulla riforma Cartabia aggiunge: “E’ il minimo sindacale per entrare in Europa o meglio per ottenere i soldi che l’Europa ci offre sotto la condizione che la giustizia sia resa più celere. Sotto questo profilo se mi chiede un giudizio io sono molto soddisfatto come cittadino ma perplesso come magistrato; come cittadino sono contento perchè questa riforma ci farà ottenere i soldi dall’Europa, come magistrato ammetto che ci sono molte criticità dal punto di vista tecnico soprattutto sulla prescrizione, incide sul reato e non più sul processo e se il processo si estingue ma il reato rimane in piedi può provocare una certa perplessità applicativa”. Quindi Nordio aggiunge: “La cosa importante è che si sia iniziato questo percorso”. Ma questa riforma permetterà di avere giustizia e in tempi certi? “Migliorerà di poco la lentezza dei processi ma è inutile farsi illusioni, il codice di procedura penale va rifatto dalle fondamenta in quanto è stato così tante volte cambiato e modificato, soppresso, integrato, che se tu lo modifichi da una parte ne scopri un’altra, e la lentezza dei processi dipende dalla sproporzione fra mezzi e fini cioè fra le risorse che abbiamo e i reati che vogliamo perseguire, o si fa una radicale opera di depenalizzazione che il legislatore non avrà mai coraggio di fare, oppure si introduce la discrezionalità dell’azione penale che esiste in tutti i paesi con il sistema accusatorio anglosassone, ma serve una riforma di ampio respiro che non era nell’obiettivo della legge Cartabia”.

CARLO NORDIO: “REFERENDUM GIUSTIZIA? VA BENE MA NON BASTA”

Sul referendum sulla giustizia in corso: “La risoluzione dei problemi può avvenire soltanto dietro un profondo intervento legislativo e propositivo, a questo i referendum non servono. Occorre un sistema processuale penale completamente nuovo e anche una parte della costituzione completamente nuova, abbiamo un codice penale firmato da Mussolini e Vittorio Emanuele terzo, per cui se domani si dovessero emettere condanne in base alla legge Zan verrebbero irrorate sulla base di un codice di quelli che hanno firmato leggi razziali, questo dimostra la schizofrenia del nostro legislatore”.

E ancora sul referendum “Io sono stato fra i primi a firmarlo, serve a dare un messaggio forte e mi auguro che arrivi da parte dei cittadini che non ne possono più di una giustizia profondamente malata, è malata la magistratura ed è malato il sistema, tecnicamente insopportabile, ci sono una serie di contraddizioni, a cominciare da quella che è facile entrare in galera quando si è presunti innocenti ed è altrettanto facile uscirne quando si è colpevoli conclamati, questo fa parte del disordine progressivo con la quale il legislatore è intervenuto negli ultimi anni modificando il codice penale di cui nessuno capisce più nulla”.





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