I recenti dati Eurostat certificano che negli ultimi 12 anni (dal 2010 ai primi quattro mesi del 2023), in Grecia, Italia e Cipro i prezzi delle abitazioni subivano una flessione mentre nel resto d’Europa crescevano. Gli aumenti sono legati al rialzo del PIL: per questo parliamo di crescite in Estonia (+200%), Ungheria (+180%) e Lituania (+146%) mentre in Germania il rialzo è intorno all’80%, in Francia al 30% e in Spagna al 10%. In media, nei Paesi europei i valori delle case sono aumentati quasi del 50%. In Italia, invece, il dato è di -9% dell’Italia. Qui, il 75% delle famiglie vive in immobili di proprietà, contro il 50% della Germania e il 65% della Francia.
La spiegazione della decrescita potrebbe essere legata al peso del fisco. I dati recenti, dall’Ocse all’Eurostat, evidenziano che gli immobili in Italia sono tra i più tassati d’Europa. L’incidenza delle imposte oscilla intorno al 2,5% del Pil. Dunque negli ultimi 12 anni, secondo le stime dell’economista Andrea Giuricin, il parco immobiliare italiano ha visto ridotto il proprio valore di circa 850 miliardi.
Case svalutate in Italia: le motivazioni
Il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, a La Verità spiega: “Ogni anno le tasse drenano più di 50 miliardi dal sistema immobiliare. La questione fiscale è fondamentale ma è tutto il sistema che rema contro. Prendiamo i contratti sulle locazioni commerciali non abitative: la legislazione impone a entrambe le parti una serie di vincoli – soprattutto la durata che in alcuni casi arriva fino a 12 anni – che sono un freno all’affitto. Così come ha lasciato un vulnus indelebile nel rapporto di fiducia tra proprietari e Stato la questione del blocco degli sfratti durante la pandemia. Se aggiungiamo poi le politiche di alcuni sindaci di sinistra e anche del ministro del Turismo Daniela Santanchè contro gli affitti brevi il dado è tratto”.
Dal 2011, gli immobili ridotti a ruderi sono più che raddoppiati, passando da 278.121 a 594.094 (+113,61%). I ministri dell’Economia impegnati all’Ecofin hanno spiegato che “l’inasprimento delle condizioni di finanziamento e la riduzione dei redditi delle famiglie hanno frenato la domanda e avviato una correzione dei prezzi delle abitazioni”. Il 60% del patrimonio immobiliare in Italiaha più di 45 anni di vita e il 58% è stimato nelle due classi inferiori in termini di efficienza energetica. Nonostante la decrescita dei prezzi, in Italia aumenta la difficoltà nel comprare una casa: nelle grandi città, infatti, i prezzi crescono sempre più e gli stipendi sono sempre gli stessi, nonostante l’aumentare del costo della vita.