A Cerea quattro studenti musulmani si sono tappati le orecchie durante una benedizione: secondo loro, ascoltarla sarebbe contrario all'Islam
Si sta creando un vero e proprio caso attorno alla vicenda – peraltro delegittimata a una semplice “bravata” dallo stesso parroco, che dovrebbe esserne il diretto interessato – capitata lo scorso lunedì a Cerea, vicino a Verona, presso la locale scuola media: quattro ragazzini di fede musulmana, infatti, avrebbero deciso di coprirsi le orecchie durante la benedizione dell’istituto da parte di don Nicola Zorzi; attirando numerose critiche da parte dei politici di Cerea e – addirittura – da quelli nazionali.
Partendo dal principio, come dicevamo prima tutto sarebbe capitato alla scuola media di Cerea lo scorso lunedì: quel giorno, infatti, si è tenuto l’evento di inaugurazione del parco scolastico che prevedeva anche la benedizione da parte del prete locale e proprio durante questo momento strettamente religioso, i quattro ragazzini musulmani – tutti 13enni – si sono coperti le orecchie con le mani.
Notati da una delle loro docenti presenti all’inaugurazione, alla richiesta di spiegazioni ha ottenuto come risposta il fatto che ascoltare benedizioni di altre fedi religiose sarebbe contrario ai dettami dell’Islam: una spiegazione che avrebbe potuto chiudere il caso di Cerea, ma che è stata poi riferita anche dai compagni di classe ai rispettivi genitori e che ha finito per gonfiarsi, diventando un vero e proprio caso nazionale.
La vicenda dei musulmani a Cerea diventa un caso nazionale: per il parroco locale si è trattato solo di una bravata
Come dicevamo prima, sulla vicenda di Cerea si è subito espresso lo stesso don Zorzi che ha definito il tutto una semplice “bravata” da parte di ragazzini poco consapevoli; mentre sul piede di guerra si è mostrata da subito la preside dell’istituto Silvia De Mitri che ha definito l’accaduto una vera e propria mancanza di rispetto verso la fede cattolica, promettendo che verranno adottati i dovuti “provvedimenti disciplinari”.
Ancor più duro il commento del sindaco di Cerea Marco Franzoni che ritiene che sia stata offesa “la nostra fede cattolica”, nell’auspicio che vengano adottati dei provvedimenti che siano “da esempio” per chiunque vorrà replicare il gesto offensivo per “la nostra comunità e la nostra identità” che si fondano sulla “fede cattolica”; mentre Anna Maria Cisint ha colto la palla al balzo per criticare chi disprezza “il nostro Paese e le nostre usanze” in barba all’integrazione.