Cgil, a Lo Stato delle Cose il caso della presunta truffa ai pensionati e il fallimento della società dei Caf: "Fatte cose non buone", ammette Landini

Un’altra polemica scuote la Cgil dopo il caos per lo sciopero all’ex Ilva: il programma Lo Stato delle cose, condotto da Massimo Giletti, ha raccolto le testimonianze di alcuni pensionati che sostengono di essere stati vittime di una truffa del patronato Inca Cgil Svizzera. Inoltre, ha acceso i riflettori sul fallimento di una società di servizi legata al sindacato, che ha accumulato debiti ancora inevasi, interrogandosi sulle eventuali responsabilità della Cgil in queste vicende.



Altre anticipazioni sono state fornite tramite le colonne de La Verità, che nell’edizione odierna riporta che la società in questione è la Cgil Sicilia srl, nata per gestire i servizi dei Caf del sindacato nell’isola. La società ha accumulato oltre 5 milioni di euro di debiti, soprattutto verso l’Agenzia delle Entrate e l’Inps, non avendo versato contributi e imposte per anni.



Maurizio Landini, segretario generale della CGIL (Ansa)

La società, responsabile dell’organizzazione dei servizi Caf nell’isola, era controllata dalla Cgil Sicilia e da alcune Camere del lavoro locali. Ma due anni fa il tribunale di Catania l’ha posta in liquidazione giudiziale, in contumacia. Tra gli 11 creditori c’è l’Agenzia delle Entrate e il debito totale supera i 5 milioni di euro.

CGIL, IL MAXI “BUCO” DELLA SOCIETÀ DEI CAF

Per quanto riguarda la causa principale dei debiti, il problema più grave riscontrato riguarda il mancato versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (Inps e Inail). A tal riguardo, l’Agenzia vanta crediti per circa 3,35 milioni di euro solo per contributi obbligatori non pagati. Altri 377 mila euro sono legati a imposte varie e tributi non versati.



Ma ci sono debiti anche verso un istituto case popolari, un professionista e un ex dipendente che aspetta 150 mila euro. Il commercialista Giannicola Rocca, interpellato dalla trasmissione, ha spiegato che questa società «si è finanziata non versando i contributi».

LE REAZIONI DI LA LOGGIA E LANDINI

Giuseppe La Loggia, ex presidente del Cda della società fallita, oggi a capo di Inca Sicilia (il patronato del sindacato), ha minimizzato ai microfoni del programma Rai: «E qual è il problema? Come tante società falliscono in Italia», ma si è anche assunto le sue responsabilità.

Invece, Maurizio Landini, segretario generale del sindacato, non ritiene che la crisi sia significativa, poiché, pur riconoscendo che «sono state fatte cose non buone», ritiene che il sindacato stia «mettendo a posto le cose». Quindi, secondo lui, bisogna correggere gli errori anziché soffermarsi su essi.