Le accuse a Charlie Kirk arrivate dopo la morte, chi lo ha definito razzista e omofobo si è basato su frasi non vere e bufale social
Dopo la morte di Charlie Kirk si è scatenata una ondata di condanne che ne hanno infangato la memoria a causa di frasi e citazioni, dalle quali emergerebbe la natura razzista ed omofoba delle sue idee, quasi a voler giustificare l’odio che ha spinto all’omicidio che, secondo alcuni, sarebbe stato proprio l’attivista a diffondere per primo.
Il fenomeno si è verificato ovunque, anche in Italia, dove personaggi come Saviano, Odifreddi, Costamagna e molti altri opinionisti hanno biasimato con disprezzo le parole pronunciate da Kirk, sostenendo che dimostrerebbero posizioni estreme e inaccettabili su alcune questioni.
Il problema però, come sottolinea Belpietro in un articolo sul quotidiano La Verità, è che in realtà certe affermazioni, attribuite all’influencer Maga, sono bufale, mentre altre, in particolare quelle su donne, neri e omosessuali, sono state distorte nel significato, soprattutto da chi prima dell’assassinio non lo conosceva affatto o lo ignorava completamente, per poi definirlo, da morto, un pessimo individuo.
Le bufale su Charlie Kirk che i suoi accusatori hanno usato per giustificare l’odio dopo la morte
Il quotidiano La Verità, ha riportato le frasi attribuite a Charlie Kirk, che poi sono state usate per accusarlo dopo la morte di razzismo ed omofobia, svelandone il vero significato e confermando che, gli accusatori che lo hanno definito estremista e pericoloso, si sono basati su dichiarazioni completamente false.
Una tra le più significative è quella sulla presunta discriminazione, che dipinge l’attivista come contrario ai piloti neri, mentre invece la sua era una critica alla legge che propone le quote razziali sul lavoro, invece di premiare il merito.
C’è poi la storia dei gay che dovrebbero essere tutti lapidati, una bufala diventata virale, che era stata diffusa inizialmente dallo scrittore Stephen King, che però è stato costretto a cancellare scusandosi.
La sua posizione a favore delle armi inoltre, è stata interpretata come una istigazione alla violenza, anche a costo di provocare vittime, ed è una questione che molti hanno preso da esempio per giustificare la sua morte, tuttavia Kirk, che era un grande sostenitore del secondo emendamento aveva più volte dichiarato che il diritto di armarsi poteva comportare qualche conseguenza, come ad esempio il rischio sociale che qualcuno avrebbe potuto abusarne.