Chi ha ucciso il 15enne Michele Fazio: finito, per errore, al centro di una faida tra i clan Capriati e Strisciuglio per il dominio su Bari vecchia
Tra le pagine più tristi della (purtroppo) lunga storia delle mafie baresi, quella che ci parla dell’omicidio di Michele Fazio all’età di appena 15 anni – peraltro protagonista nella serata di oggi, 6 ottobre 2025, della trasmissione “Cose Nostre” – è sicuramente tra quelle più complesse e ricordate, costata la vita a un ragazzo che mai si era avvicinato neppure collateralmente a quel mondo malavitoso, per mano peraltro – ma ci torneremo – di suoi coetanei con i quali era cresciuto.
Partendo dal principio, prima di capire chi ha ucciso Michele Fazio è bene fare un passo indietro per ricordare cosa sia effettivamente successo al 15enne barese: la sera del 12 luglio del 2001, infatti, stava tornando a casa dopo la fine del turno lavorativo in un bar cittadino con delle pizze che avrebbe dovuto mangiare in compagnia della famiglia eccezionalmente riunita dal ritorno del padre Pinuccio dall’ennesima trasferta lavorativo che l’aveva tenuto lontano da casa alcune settimane.
Proprio sulla via del ritorno, a due passi da casa, però, Michele Fazio si è sentito prima strattonare da una figura ignota che non ha fatto neppure in tempo a vedere in faccia, per poi essere colpito alla nuca da un proiettile che – purtroppo – non gli ha lasciato alcuno scampo: furono proprio i suoi familiari qualche minuto più tardi, preoccupati per la sua protratta assenza, a notare il suo giovane corpo esanime nella pizzetta sotto casa, in una pozza di sangue.
Chi ha ucciso Michele Fazio: quella faida tra i clan Capriati e Strisciuglio per il dominio della Bari vecchia
Le indagini per la morte di Michele Fazio sono state – come sempre accade in questi casi – piuttosto complesse, tanto che appena due anni dopo l’omicidio il caso fu archiviato per l’assenza di prove che permettessero di individuare un possibile responsabile; ma grazie all’impegno della famiglia nel 2004 il caso fu riaperto e non ci volle neppure tanto tempo per individuare i responsabili, assicurarli alla giustizia e condannarli.

Dalle indagini emerse, infatti, che la morte di Michele Fazio andava ascritta alla faida in corso da diverso tempo tra i clan Capriati e Strisciuglio che si contendevano le vie della Bari vecchia: quella sera, infatti, Leonardo Ungredda, Raffaele Capriati, Francesco Annoscia e Michele Portoghese (peraltro coetaneo di Michele Fazio, con il quale la madre della vittima raccontò che aveva fatto l’asilo, le elementari, la Comunione e la Cresima) erano stati inviati dai Capriati a colpire gli Strisciuglio.
L’obbiettivo doveva essere Marino Catacchio – assassino poche settimane prima del boss Francesco – ma visto che il commando non riuscì a trovarlo, ripiegò su Vito De Felice: compreso il pericolo, però, questi si diede alla fuga e raggiunse la piazzetta sotto l’abitazione dei Fazio proprio nel momento in cui Michele Fazio stava rincasando; con gli inquirenti che hanno supposto – da qui lo strattone – che fu usato come un vero e proprio scudo umano.
