Aggressione choc ad un'inviata di Porta a Porta da parte di una baby gang a Padova: ecco cos'è successo.
Nella puntata di Porta a Porta trasmessa giovedì 25 settembre 2025, Bruno Vespa ha affrontato il fenomeno delle baby gang che padroneggiano sempre di più nelle varie città rendendosi responsabili di tantissimi reati. Nel corso della serata, Vespa ha annunciato il servizio di Chiara Giannini realizzato a Padova spiegando anche come durante la realizzazione del servizio, l’inviata sia stata aggredita.
“Ci occupiamo adesso di delinquenza minorile, di bande armate vere e proprie. Crescono i reati compiuti dai minorenni e era doveroso parlarne. L’autrice del reportage è la nostra collega Chiara Giannini, che è stata aggredita pesantemente da questi ragazzini che lei stava cercando di riprendere mentre questi stavano facendo delle cose non proprio buone. Vediamo però cosa le è successo“, le parole di Bruno Vespa.
Inviata di Porta a Porta aggredita con pietre e bottiglie: cos’è successo
Chiara Giannini era arrivata a Padova per realizzare un servizio delle baby gang, un fenomeno che preoccupa sempre di più le istituzioni. Nel video mandato in onda da Bruno Vespa a Porta a Porta, l’inviata entra in una kebabberia per fare delle domande ad alcuni ragazzini. Nel video, ad un certo punto, un gruppo di ragazzini decide di agire cominciando a lanciare delle pietre e una bottiglia di vetro. “Mi ha dato una botta, mi ha tirato una pietra” e poi chiama le forze dell’ordine “aiuto, siamo una troupe della Rai alla stazione ci stanno lanciando le bottiglie“, si sente nel video.

“Quello che è successo a Padova alla giornalista Chiara Giannini e alla troupe di Porta a Porta è grave. Esprimo la mia vicinanza alla cronista e ai tecnici coinvolti. Lavorare su strada, spesso in contesti complessi, fa parte del mestiere di chi informa: non può diventare un rischio accettato né normalizzato. La libertà di stampa non è un privilegio delle redazioni: è un diritto dei cittadini a ricevere notizie. Per questo è doveroso che, di fronte a una telecamera, a un giornalista, a un microfono, prevalga sempre un rispetto concreto, ‘sacro’ nel senso del dovuto in una comunità democratica, da parte di chiunque e a qualsiasi età”, le parole del presidente del Veneto, Luca Zaia.
