Delitto di Garlasco, come è cambiata la dinamica secondo il pm: "Chiara Poggi provò a chiedere aiuto col telefono e non fu colta di sorpresa"

Chiara Poggi avrebbe provato a chiedere aiuto prima di essere uccisa: è questa una delle convinzioni della Procura di Pavia e dei carabinieri di Milano nella nuova indagine sul delitto di Garlasco. Gli inquirenti ritengono che la ragazza non sia stata sorpresa dalla persona di cui si fidava, bensì sia stata colpita da una o più persone.



Dunque, la scena del crimine cambia molto rispetto a quella disegnata dalle carte processuali. A rivelare il retroscena è il Corriere della Sera, secondo cui Chiara non avrebbe lottato con il killer, come invece sostenuto da periti e giudici.

Villetta dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco (Foto 2025 ANSA / FABRIZIO CASSINELLI)

Lo dimostrerebbe il DNA trovato sotto le unghie, attribuito ad Andrea Sempio e a un’altra persona attualmente ancora ignota, e quello emerso dal tampone orale, sempre che “Ignoto 3” non sia frutto di una contaminazione da parte di un tecnico o di una persona coinvolta nelle indagini precedenti.



DELITTO DI GARLASCO, IL RUOLO DEL TELEFONO

Sarebbe stato il telefono della villetta a far ipotizzare agli investigatori uno scenario di aggressione in cui la vittima avrebbe tentato di difendersi. A suggerirlo, la presenza di schizzi di sangue, che porta a ritenere che Chiara Poggi sia stata colpita mentre cercava disperatamente aiuto, forse proprio mentre stava tentando di usare il telefono.

Una macchia di sangue rinvenuta sotto la cornetta, compatibile con quelle individuate sull’apparecchio stesso e sulla parete vicina, supporta questa ricostruzione. L’incidenza della macchia di sangue è ritenuta troppo ampia per un passaggio casuale dalla fessura della cornetta. In altre parole, la convinzione maturata è che il telefono sia stato sistemato dall’assassino, il quale però non si sarebbe reso conto della macchia.



Nel frattempo, sono in corso le consulenze su BPA (analisi delle tracce ematiche), su impronte di scarpe e su molti altri aspetti. Tutto ciò conferma che non ci si sta soffermando su quanto emerso dalle precedenti indagini, ma si stanno rileggendo tutti gli elementi in virtù delle nuove tecnologie e conoscenze.

“CHIARA POGGI NON COLTA DI SORPRESA”

Secondo la Procura di Pavia, l’aggressore potrebbe aver cercato di immobilizzare Chiara, tappandole la bocca con una mano per impedirle di gridare. Un’altra ipotesi, tenuto conto della significativa quantità di materiale genetico trovata nella bocca della vittima, è che lei abbia morso il suo aggressore.

Dopo il fallito tentativo di chiamare aiuto, Chiara avrebbe provato a fuggire verso l’ingresso dell’abitazione, ma lì sarebbe stata raggiunta e colpita di nuovo. Una simile sequenza di eventi non implica necessariamente l’intervento di più persone, anche se questa possibilità renderebbe più lineare l’interpretazione dei fatti, considerando che l’omicidio è avvenuto in un ambiente piuttosto ristretto.

Inoltre, i medici legali avevano avanzato l’ipotesi della presenza di due armi del delitto, di cui una molto tagliente e l’altra pesante, una questione non risolta nei processi. Si ritiene anche che Chiara Poggi sia stata colpita sulle scale, non semplicemente gettata, ipotesi scartata dai giudici per l’assenza delle impronte della scarpa a pallini. Ma quanto finora riportato rientra nel campo delle ipotesi su cui la Procura di Pavia sta ragionando, avvalendosi di dati scientifici, non di suggestioni o piste alternative.