Catacombe di San Gennaro, appello al Papa per la tassa della Chiesa: questa l’ultima iniziativa de “L’Altra Napoli Onlus”, una petizione lanciata sulla piattaforma change.org. Nel 2019 scadrà l’accordo con la Curia di Napoli e in occasione del rinnovo il Vaticano sta ponendo il tema della suddivisione degli introiti, come sottolineato dal Corriere della Sera. La convenzione attuale, in scadenza il prossimo luglio, prevede che il 50 per cento degli incassi delle vendite vada al Vaticano, ma i firmatari sottolineano che “le richieste economiche della Commissione Pontificia non possono essere condivise quanto meno nell’entità, perché determinerebbero la fine di questa straordinaria esperienza“. Da qui l’idea di lanciare un appello al Santo Padre: “Santo Padre, Ci appelliamo a Lei per risolvere una spiacevole vicenda. La Commissione Pontificia di Archeologia Sacra ha rivendicato il 50% degli incassi delle Catacombe di San Gennaro di Napoli, che da alcuni anni sono affidate alla gestione di una cooperativa di giovani del Rione Sanità di Napoli. Non compete a noi entrare nel merito di questioni formali, ma sentiamo il dovere di fornire alcuni elementi di riflessione per rivedere questa richiesta che appare economicamente insostenibile”.
LE PAROLE DI DE MAGISTRIS: “IL PAPA DI ASCOLTERA’”
Nella petizione viene sottolineato che “grazie agli incassi della biglietteria la cooperativa dà oggi lavoro a 50 giovani, tra i quali anche alcuni con trascorsi difficili, e produce le risorse necessarie per garantire al sito una adeguata manutenzione e un costante flusso di investimenti in restauri e migliorie che in questi anni hanno superato l’incredibile cifra di 2 milioni di euro”. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris: “Sono convinto che Papa Francesco, conoscendo la sensibilità, comprenderà quanto è importante per il quartiere e per la città un simile laboratorio. Le Catacombe di San Gennaro vanno difese come laboratorio dal basso che mette insieme le comunità del territorio, i ragazzi, la comunità laica e quella religiosa, le istituzioni locali e il mondo dell’impresa”. Il primo cittadino partenopeo evidenzia inoltre che “il modello funziona anche dal punto di vista economico e di contrasto all’illegalità e alla corruzione”.