La CIA per la prima volta nella sua lunga storia e soprattutto al 1953 ha ammesso pubblicamente il suo coinvolgimento nel golpe in Iran che depose il primo ministro eletto dal popolo Mohammad Mossadeq, consegnando il potere nelle mani di Mohammad Reza Pahlavi. Lo riporta l’Associated Press, citando come fonte un podcast promosso dalla stessa agenzia di intelligence, chiamato “The Langley Files”, in cui diversi esponenti parlano della storia dell’agenzia.
Il reale scopo della puntata citata del podcast della CIA non era tanto parlare dell’ingerenza americana nel golpe in Iran del 1953, quanto piuttosto raccontare il singola episodio della fuga di sei diplomatici americani sequestrati nell’ambasciata di Teheran nel 1979. Tuttavia, parlando dell’accaduto il conduttore Walter Trosin, anche portavoce dell’intelligence, ha citato alcune dichiarazioni secondo cui le attività clandestine dell’agenzia erano sempre finalizzate a rafforzare i governi democratici. Trosin, però, ha anche riconosciuto che il golpe in Iran del 1953 per la CIA fu “un’eccezione significativa a quella regola“. In altre parole, il portavoce ha riconosciuto che in quello specifico caso l’agenzia di intelligence lavorò per deporre un governo democraticamente eletto a differenza di quanto fatto altrove.
Il ruolo della CIA nel golpe in Iran del 1953
L’ammissione della CIA in merito al golpe in Iran del 1953 è una novità assoluta, sulla quale nessuno in precedenza si era mai esposto. Il mondo politico e diplomatico americano, a più riprese, riconobbe quell’ingerenza, ma da parte dell’agenzia di intelligence non fu mai proferita parola in merito. D’altro canto, la maggior parte dei documenti interni su quella missione rimangono ancora oggi secretati ed è probabile che lo rimarranno ancora per parecchio tempo, dato che sarebbero lesivi dei rapporti tra gli USA e Teheran.
In passato erano state le Nazioni Unite a confermare che la CIA e gli USA avevano interferito con il golpe in Iran del 1953, sottolineando che quello fu “l’inizio dell’implacabile ingerenza americana negli affari interni dell’Iran. La missione degli Stati Uniti non si è mai tradotta in un’azione compensativa o in un impegno genuino ad astenersi da future interferenze, né ha modificato la propria politica sovversiva nei confronti della Repubblica islamica dell’Iran”. Ammissioni simili in merito al ruolo della CIA nel golpe in Iran del 1953 arrivarono anche da parte dell’allora segretaria di Stato Albright, che riconobbe “il ruolo significativo” degli USA, e dal presidente americano Obama che nel 2009 descrisse l’attività dell’agenzia come “rovesciamento di un governo iraniano eletto democraticamente”.