Cina, ordinato nuovo vescovo di Shanghai nonostante l'accordo segreto con il Vaticano, nomina arrivata dopo la morte di Papa Francesco
Cina, proseguono le difficoltà nel portare avanti gli accordi segreti stipulati con il Vaticano per il consenso sulle nomine dei nuovi vescovi e per una normalizzazione della presenza della Chiesa Cattolica nel paese. L’annuncio arrivato dalla diocesi di Shanghai, che comunica l’elezione di Padre Joseph Wu Jianlin e la successiva messa che sarà celebrata mercoledì 15 ottobre nella diocesi della città dal nuovo rappresentante ausiliare, rappresenta infatti l’ennesimo fallimento del compromesso che la Santa Sede ha più volte tentato di raggiungere a partire dal 2018 in poi per conciliare le posizioni del Papa con quelle del governo e dell’Associazione Patriottica su tali decisioni.
Come sottolinea anche un articolo pubblicato dal quotidiano Il Foglio infatti, si tratta di uno dei due nominati in seguito alla morte di Papa Francesco, quindi mentre la Sede risultava vacante, dal Consiglio dei vescovi cinesi, ente non riconosciuto dalla Chiesa sebbene ufficialmente allineato, e pertanto non autorizzata nè concordata dopo opportuna consultazione, come invece previsto.

Cina, ordinato vescovo di Shanghai senza il consenso del Vaticano, Parolin: “Accordo deve proseguire per trovare una conciliazione”
La nomina del nuovo vescovo di Shanghai Padre Joseph Wu Jianlin, arrivata con un annuncio dalla Cina che anticipava anche la celebrazione della messa del 15 ottobre, non ha rispettato l’accordo preventivo con il Vaticano, che era stato rinnovato in via sperimentale nel 2024. La decisione, arrivata in modo unilaterale e senza l’approvazione della Santa Sede, rappresenta quindi una ulteriore dimostrazione della difficoltà che la Chiesa Cattolica riscontra da anni sul tentativo di conciliazione per permettere un riconoscimento e una normalizzazione dei rapporti con l’autorità di Roma.
In precedenza, già all’epoca di Papa Francesco, i tentativi erano falliti più volte, sempre a causa di un controllo troppo limitante da parte del regime. Ora, anche Papa Leone XIV dovrà affrontare la questione sul riconoscimento delle nomine attraverso il rispetto di un accordo, che come ha commentato il cardinale Parolin, dovrà proseguire per indicare la via della riconciliazione e dell’unità, per superare finalmente quella situazione di clandestinità dalla quale Chiesa cinese sta tentando di uscire.
