Come se i telespettatori fossero un po’ tonti. Come se non esistesse il telecomando. E come se i teletribuni spostassero voti. Sono ben tre gli errori di prospettiva che hanno generato il famigerato provvedimento attuativo della par condicio, lilliberale legge sullinformazione televisiva in tempo di campagna elettorale voluta dallex capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro e approvata nel 2000 dal governo di centrosinistra per frenare il Grande comunicatore Silvio Berlusconi.
Ora, il regolamento introdotto con eccesso di zelo dal Cda Rai a maggioranza centrodestra è addirittura più restrittivo della sua madre legislativa. Dire, come si sta facendo, che si è voluta esasperare la situazione per far venire a galla le contraddizioni è una spiegazione che sa di alibi costruito a posteriori.
La verità è che, stavolta, il Gran consiglio di Viale Mazzini ha dimostrato scarsa lungimiranza politica e modesta conoscenza del sistema televisivo. Innanzi tutto, si è data limpressione di considerare i telespettatori bisognosi di paternalistiche tutele dai pericolosi Voltinoti della tv. Come se, nellera del satellite, di YouTube e dei blog non fossero ancora vaccinati.
In secondo luogo, si è sottovalutata una volta di più lesistenza del telecomando, lo strumento domestico più democratico e liberale che esista. Se non piacciono i Teletribuni o non ci si sente adeguatamente rappresentati dallarco degli ospiti convocati nei telesalotti basta sciacciare un tasto e iniziare la navigazione in cerca di qualcosa di più corrispondente.
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Infine, si continua a pensare che i programmi di approfondimento giornalistico spostino chissà quanti voti e non che, soprattutto quelli più schierati e faziosi, alla Santoro per capirci, siano seguiti da un pubblico avvertito che al massimo si conferma nelle proprie convinzioni.
Semmai, com’è stato scritto in questi giorni, sono altri i talk show che influenzano l’opinione pubblica più fragile: i programmi di infotainment, quelli che mescolano le news leggere con l’argomento politico di attualità. Se, con la decisione di sospendere Annozero, Porta a porta, Ballarò e L’ultima parola per affidarsi alle tribune politiche (esteso alle tv commerciali dal suggerimento dell’Agcom), l’obiettivo del Cda Rai era azzerare il grado di faziosità dell’informazione in vista delle prossime consultazioni regionali, si può già pacificamente dire che è stato mancato.
L’applicazione della par condicio ha partorito l’inganno: in onda tutte le sere c’è la striscia di Linea Notte, rubrica del Tg3 diretto da Bianca Berlinguer. Una sera La Russa, un’altra l’immancabile Di Pietro e via così, un politico al giorno senza contraddittorio quasi fossero militari in libera uscita. Non è singolare?
Santoro e Vespa messi a tacere e Maurizio Mannoni con i politici in pianta stabile. Per citare un altro esempio basta sconfinare in territorio tv commerciale e prendere in esame l’ultima puntata di Tetris, dove un furbissimo Luca Telese ha saputo allestire una puntata tutta politica senza politici aggirando il suggerimento dell’Agcom facendo finta di osservarlo.
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È l’eterogenesi dei fini di una delibera che riduce l’informazione nel momento in cui ce n’è maggior bisogno. E che spara con il cannone al moscerino. Se davvero si voleva lanciare un boomerang contro la sinistra e i suoi Voltinoti, bisogna constatare che quel boomerang non ha ancora cominciato il percorso di ritorno. E che, stando così le cose, potrebbe finire la sua corsa sulla schiena degli zelanti applicatori della famosa legge.
Certamente finirà per colpire la Tv pubblica, penalizzata negli ascolti e negli introiti pubblicitari, e costretta a fare le acrobazie per colmare i vuoti nei palinsesti. La morale è che la Rai ha bisogno di dirigenti che sappiano manovrare la politica e non solo applicare regolamenti.
Alla fine, rischia di aver ragione il realista Carlo Freccero. «Noi siamo un popolo latino – è il suo ragionamento – che ama l’informazione ruspante e a più voci, ma rifugge da quella asettica e misurata con il bilancino che si porta a modello citando la Bbc e le televisioni dell’Europa protestante».
Ancor più la nostra indole viene alla luce se si pretende di stabilire il primato assoluto della Norma. Come si è visto, le eccezioni e le contromotivazioni in punta di cavillo diventano così tante che quel primato può essere facilmente irriso.