Sabina Guzzanti ci riprova. Con un altro film. Si chiama Draquila. Dicono che sia destinato a far molto discutere. L’argomento, ovviamente, consiste nella sua compulsiva ossessione di sempre: Berlusconi. Che, da lei parodiato in Draquila, gode del terremoto dell’Aquila definendolo un successo mediatico capace di risollevarlo dallo pessima china che il suo gradimento politico stava prendendo. A far da contorno intrighi, orditi, trame e complotti. Tutti orchestrati dal gran burattinaio Silvio. E poi Noemi, le escort, i festini e le leggi ad-personam. Gli ingredienti dell’antiberlusconismo, insomma, ci sono un po’ tutti. In Draquila, tuttavia, ne appare uno inedito. Bertolaso e la protezione civile. Colpevoli della loro efficacia. Che Sabina Guzzanti, in Draquila, definisce «stato parallelo».
– Il nuovo film si Sabina Guzzanti, Draquila, esce nelle sale il 7 maggio e sarà presentato fuori concorso al Festival di Cannes il 13 maggio. La vera novità del film, forse, sta nella strategia di marketing adottata per l’occasione. Sabina Guzzanti, infatti, per pubblicizzare Draquila ha fatto largo uso del Web. Dal sito di Draquila, alla pagina aggiornatissima di Facebook fino alla pagina di Youtube. In molti sostengono che Facebook e Youtube siano una scelta di promozione legata ad un’impostazione culturale della Guzzanti. Sabina Guzzanti è stata ostracizzata dalla tv; da lì a sostenere che la scelta è corrisponde ad una certa idea della libertà, alla Beppe Grillo, il passaggio è breve. E se invece, banalmente, dipendesse dal fatto – come malignano alcuni -, che l’ultimo film di Sabina Guzzanti è stato un flop?
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I NUMERI DELL’ULTIMO FILM DI SABINA GUZZANTI – L’ultimo film di Sabina Guzzanti, Le Ragioni dell’Aragosta, nonostante la promozione effettuata con i canali tradizionali, era stato un insuccesso bello e buono, di incassi e di critica. Al botteghino ottenne, la prima settimana, 125 mila euro di incassi e la settimana dopo idem. Benché fosse stato lanciato dal Festival del Cinema di Venezia, dalla pubblicità in tv e da uno spottone di Santoro che, in una puntata di Annozero, fu visto da circa 5 milioni di telespettatori con il 20,94 per cento dio share.
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