Qualche giorno fa, episodio increscioso durante il programma Forum condotto da Rita Dalla Chiesa. Il programma vede la presenza a ogni puntata di cittadini che discutono questa o quella causa, con un vero giudice che dà la propria opinione ma obbliga anche a rispettare le sentenze che pronuncia, proprio come in un’aula di tribunale. E’ successo che in questa puntata di Forum, durante una discussione – dibattito come tutte le altre, questa volta tra un certo Giuseppe, un non vedente, e Giovanni, un assessore, al primo dei due è partita una sonora bestemmia. Panico, ovviamente, in studio. Pubblico allibito e Rita Dalla Chiesa che prende immediatamente in mano la situazione.
Chiede infatti che la discussione – dibattito tra i due contendenti sia immediatamente sospesa e si passi subito al parere del giudice senza andare oltre. Scuse, immediate della Dalla Chiesa, che un linguaggio così giustamente dice di non tollerarlo da nessuno, anche se la discussione si può infuocare. Rita Dalla Chiesa chiede al curatore del programma Gigi Renai che la discussione venga immediatamente interrotta. Un programma, Forum, che va in un’orario “familiare”, la mattina e l’ora di pranzo, in cui non solo le bestemmie ma anche le parolacce erano sempre state evitate. Ma cosa era successo? Il cittadino non vedente vuole fare causa all’assessore perché non ha rispettato le promesse fatte in campagna elettorale, quelle cioè di eliminare le barriere architettoniche che danneggiano i disabili come lui, nel suo caso un cieco. L’assessore replica che non aveva mai promesso di risolvere tutti i problemi in pochi mesi.
“Vorrei ricordare all’amico Giovanni qual è la situazione delle persone che loro chiamano in tanti modi e che hanno delle difficoltà. Basterebbe risparmiare su tanti sprechi, tipo fare il tetto della scuola solo una volta e non ogni anno, o invece di fare i 5 cm di asfalto così ogni anno non dobbiamo andare a tappare i buchi dell’Emmenthal…”. L’assessore dice che non ha mai detto che in 24 mesi avrebbe risolto ogni problema. E Giovanni, concludendo con la bestemmia: “Sei come tutti gli altri, ti avevamo sostenuto ma ormai sei uguale agli altri“.