Il Consiglio dAmministrazione della Rai ha approvato le nomine dei nuovi vertici di Viale Mazzini. Dopo la scorsa tornata, in cui erano state rinviate, si sono decisi, anzitutto, i nuovi direttori del Tg2 e di Rai Tre: saranno, rispettivamente, Marcello Masi, vicedirettore del Tg2 e Antonio di Bella, ex direttore del Tg3 che va a sostituire Paolo Ruffini, andato a dirigere La7. Mario Orfeo, invece, ex direttore del Tg2 è andato a dirigere il Messaggero, dopo che la poltrona di Napoletano, passato alla direzione de Il Sole 24 Ore, era rimasta vuota. E stato sottolineato come sia Masi che di Bella siano due risorse completante made in Rai. Il primo, infatti, esordì al Giornale Radio Rai nel 1989. Dopo anni trascorsi da vicedirettore, aveva sostituito Orfeo ad interim. Di Bella, invece, esordì nel 78 nella redazione milanese della Rai; oltre che direttore del Tg3 è stato corrispondente da New York e responsabile della redazione di Milano. Il Cda ha approvato anche le altre nomine. Roberto Nepote andrà a Rai Gold, Gianni Scipione Rossi a Rai Parlamento mentre Giovanni Miele a Gr Parlamento. Contestualmente sono stati nominati anche tre vicedirettori. Gianfranco D’Anna sarà condirettore del Gr3, Giorgio Giovannetti di Gr Parlamento e Simonetta Faverio di Rai Parlamento. Su questi ultimi tre maggioranza e opposizione si sono spaccate. Hanno votato, infatti, a favore i 5 consiglieri di maggioranza, mentre hanno votato contro quelli di opposizione più il presidente Garimberti. Anche Roberto Nepote, nominato a Rai Gold, non ha ricevuto lunanimità mentre Gianfranco D’Anna è stato nominato condirettore 5 voti favorevoli della maggioranza e 4 astensioni dell’opposizione e di Garimberti. Duro il commento dei consiglieri di opposizione Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten che, sulle nomina dei vicedirettori, avevano dichiarato: «Altro che spartizione lottizzatoria! Ormai siamo di fronte ad un vero e proprio marchettificio, all’autolottizzazione di una maggioranza assecondata consapevolmente dal direttore generale che pur di sopravvivere è disposto a qualsiasi compromesso.
Non solo: secondo i due consiglieri la misura sarebbe ormai colma. «La Rai – hanno detto – è un servizio pubblico determinante per la tenuta democratica e la crescita del Paese». Poi, hanno aggiunto: «non si può assistere inerti alla spartizione selvaggia delle sue spoglie». Per questo, hanno rivolto un appello alle istituzioni perché intervengano al più presto.