Oggi, sabato 18 maggio, va in onda alle ore 19.15 su Rai Movie Il ladrone. Un film del 1980 del tutto particolare, con la regia di Pasquale Festa Campanile, un Enrico Montesano nel pieno della sua carriera, la bellissima musa della commedia sexy allitaliana Edwige Fenech, Bernadette Lafont e Claudio Cassinelli. Lungometraggio da 112 minuti, in una co-produzione Italia-Francia, girato completamente in Tunisia e tratto dallomonimo libro del regista Pasquale Festa Campanile.
La storia verte sulle avventure di Caleb (Enrico Montesano), un ladrone galileo dal cuore buono. La sua vita da furfante scorre tra furtarelli e truffe, grazie alle quali riesce quasi sempre a tirarsi via dai guai. Nelle continue scorrerie assiste ad alcuni miracoli di Gesù, interpretandoli a sua volta come dei trucchi e considerandolo come un suo geniale collega. Convinto sempre più di poterlo emulare, trascorre buona parte del suo tempo a esercitarsi: tuttavia i suoi tentativi risultano fallimentari. Il protagonista in una delle avventure riesce a divenire lamante della moglie del governatore romano e pian piano nello sviluppo del film si scopre innamorato di Deborah, una prostituta, la quale diviene sua compagna.
Una commedia brillante, dove il regista Pasquale Festa Campanile riesce a coniugare bene la tradizione della commedia allitaliana e la commedia sexy. In questa unione si trova il desiderio del regista di realizzare un film intelligente, accattivante e pieno di spunti di riflessione sulla quotidianità.
La fede è vista il più delle volte attraverso gli occhi del protagonista: un espediente per arricchirsi e poter sognare una vita tra lusso e agi nella Roma capitale. Fin dal primo incontro con Gesù, alle nozze di Cana, vede la trasformazione dellacqua in vino come uno strabiliante trucco, rivendicandone perfino la paternità. A dispetto di tutti, il protagonista crede nel profeta Barakuk (nome inventato, cui unisce i due profeti Baruc e Abacuc) e nel vile denaro. Nella spericolata vita del ladrone si trova una chiave di lettura in linea con le idee post-moderne di Gilles Lipovetsky, nel processo iperbolico della modernità, nel quale trova terreno fertile la concorrenza, la sfrenata competitività di mercato, scaltrezza, mobilità e flessibilità. Elementi che sfociano nelliperindividualismo irresponsabile del protagonista.
Caleb ambisce una posizione agiata e desidera diventare un libero cittadino romano. Il cane, suo unico amico, contribuisce ai furtarelli, facendo sì che l’amicizia possa diventare uno strumento efficace di lavoro. D’altra parte la figura del Cristo, non troppo spettacolarizzata e ben interpretata da Claudio Cassinelli, mesto e bonario, non proferisce parole, se non quelle famose del Vangelo.
Enrico Montesano ha ricevuto nel 1979 il premio speciale David di Donatello per il lavoro svolto in questo film e nelle pellicole Qua la mano e Aragosta a colazione. Il regista in questo film propone una visione alternativa degli eventi che caratterizzano la vita di Gesù, un posto di rilievo assume la scelta stilistica narrativa, contrapponendo al mito una famelica e asciutta realtà.