Graziosa commedia in stile tutto francese, Paulette è divertente e irriverente. Perché la protagonista – Paulette, appunto – è maldestra, sboccata e cattiva. Ed è anziana. Una pensionata, per la precisione, che a stento arriva a fine giornata con quel poco che le passa lo Stato. Mentre un tempo, quando era giovane, gestiva con suo marito una pasticceria di successo. Ora non ci sono più né il negozio, né il suo amato consorte e lei, Paulette, si barcamena tra una lamentela e il gruppo delle sue fidate amiche.
Fino a quando, un giorno e per caso, scopre che nel quartiere della periferia parigina in cui abita va per la maggiore lo spaccio di droga. Niente di tropo pesante, ma di abbastanza semplice da piazzare per una che, come lei, ha lanima innata della commerciante. Oltre che una spudorata faccia tosta. Chi lavrebbe mai detto che dietro una signora apparentemente per bene si nascondesse una spacciatrice? Nessuno, a parte i suoi clienti, perché cappotto, foulard e borsetta sono il perfetto travestimento per passare inosservati agli occhi dei più e della polizia.
Questo è Paulette. Un film che raccoglie in una storia semplice ed efficace temi del tutto contemporanei e profondi quali la vecchiaia, la sopravvivenza, la droga e lintegrazione razziale. Lo fa con un linguaggio comico, ma non sfacciato. Certo, ardito in qualche modo nellaccostare un modo di porsi così sguaiato con limmagine di una signora rispettabile nelletà. Lo stupore di fronte a un accostamento tanto irriverente dura poco. Non perché la parabola del personaggio di Paulette sia decadente, ma perché si entra subito in sintonia con latmosfera del film.
Sono i modi bruschi della donna a battere il ritmo comico e, di conseguenza, quello della storia. Con il risultato che, per quanto non ci siano grandi svolte o colpi di scena – anche se quelli che ci sono risultano ben costruiti – difficilmente ci si annoia. Si ride e ci si lascia trasportare dalla sua necessità di sbarcare il lunario, accettando, dunque, lintraprendente mossa di dedicarsi allo spaccio. Ci si diverte anche nellassistere alla dichiarata insofferenza verso gli stranieri – neri per lo più – verso cui dimostra un astio incontrollato. Nonostante sia circondata da affetti non particolarmente bianchi.
Non è perché a un’anziana signora si perdona tutto. No, il motivo per cui si esce dalla sala un po’ più leggeri sta nel dato di fatto che storia, ritmo, colore e comicità sono sorprendentemente carini. Anche gli altri personaggi sono ben costruiti. Magari non profondi nella psicologia, ma ben tratteggiati nei caratteri che servono per valorizzare pregi e difetti della burbera Paulette.
Ne deriva un quadretto spassoso e omogeneo che ci accompagna a riflettere, come si è detto, su temi tutt’altro che superficiali. Con un tocco tutto francese, leggero, aggraziato e divertito.