Per il ciclo Hollywood Diva, oggi Iris manda in onda Little children, un film drammatico del 2006, che non è mai stato distribuito nelle sale italiane. Diretto da Todd Fields (In the Bedroom), vede protagonisti lattrice premio Oscar Kate Winslet, Jennifer Connelly (Pollock e A Beautiful Mind), Patrick Wilson (Angels in America,) e Jackie Earle Haley (Shutter Islands e Lincoln). La trama del film è tratta dal romanzo di Tom Perrotta, “Bravi bambini”, e racconta le vicende personali di quattro protagonisti che finiscono per intrecciarsi tra loro, sullo sfondo di una ricca cittadina del Connecticut. Little Children è stato candidato nel 2007 a tre premi Oscar, e Jackie Earle Haley ha vinto il Chicago Film Critics Association Award e il New York Film Critics Circle Award come miglior attore non protagonista. “Little Children” non è mai stato distribuito nelle sale italiane.
Sarah (Kate Winslet) è pienamente calata nel suo ruolo di madre, annoiata ma ostentatamente perfetta nella sua dedizione ai figli, nel barcamenarsi tra parchi e merendine e discussioni futili con altre madri che, come lei, condividono spazi e routine. Sarah ha un marito, Richard (Gregg Edelman), col quale trascina una relazione abulica, priva di picchi, di passione, di desiderio, ma anche di semplici attenzioni. la quotidianità che inaridisce, che depaupera i personaggi di linfa vitale, al punto che è preferibile rinchiudersi in un sordido solipsismo e dare sfogo alle proprie frustrazioni in un mondo virtuale e posticcio, come quello di internet. Ed è proprio quello che fa Richard, assiduo frequentatore di siti porno che alla moglie preferisce masturbarsi davanti al video. L’altra coppia protagonista del film è composta da Brad (Patrick Wilson), pigro, casalingo, interamente concentrato sul figlio, e sua moglie Kathy (Jennifer Connelly), ambiziosa e arrogante, che martella il marito affinché egli riprenda gli studi di giurisprudenza. Sotto la facciata serena e perbenista, dunque, cova la brace dell’insoddisfazione, pronta a divampare in fiamma appena se ne presenti l’occasione. Occasione che arriva e coglie Sarah e Brad particolarmente disposti a non lasciarsela sfuggire, aggrappandosi a essa come una possibilità concreta per fuggire dall’ordinario e ridare vita a quel profondo bisogno, troppo a lungo represso, di sentirsi desiderati e desiderare. L’incontro è fatale e coinvolge i due personaggi in una girandola di sesso e passione, che, se da un lato li esalta febbrilmente, dall’altra li rende bugiardi, vili e terrorizzati di essere scoperti.
La loro relazione è una crepa che si apre in un mondo bigotto e borghese, che costruisce i propri valori sull’inganno e sulla bontà di facciata; una crepa dalla quale fa capolino Ronnie (Jackie Earle Haley), appena uscito di galera dopo aver scontato l’infamante condanna di pedofilia.
Il personaggio di Ronnie è sintomatico di come un’onta sociale possa sopravvivere al di là del fio espiato, al di là del pentimento, come se l’errore commesso finisse per identificarsi in tutto e per tutto con l’individuo stesso. È timido, Ronnie, fragile e tormentato, accartocciato sul suo io, intriso di senso di colpa e umiliazione. Vive con la madre anziana, la sola che sia stata in grado di perdonare il figlio. Per il resto del mondo che vive nel perimetro del suo quartiere, lui è il mostro, e sempre lo sarà, per cui, al suo passaggio, è un fuggi fuggi generale, con le madri che trascinano via i figli, come se avessero visto il diavolo in persona. Nessuna riabilitazione sociale, dunque, dinanzi a chi sbaglia. La società contemporanea non perdona, ma allo stesso sopravvive di ipocrisie e falsità.