A dir poco intensa la puntata di Servizio Pubblico, il talk show politico di Michele Santoro, andato in onda ieri sera, giovedì 24 aprile in prima serata su La7 (ore 21.10). Con il titolo “Bye Bye Marcello”, lappuntamento ha approfondito i rapporti che incorrevano tra lo Stato e la Mafia negli anni ’90, parlando della tanto discussa “fuga-non fuga” dell’ex senatore forzista Marcello dell’Utri, braccio destro di Silvio Berlusconi. DellUtri, infatti, dopo aver ricevuto una condanna di 7 anni in corte d’appello per il patto Stato-Mafia, si è rifugiato in Libano. Che si tratti di una fuga, di una vacanza o di una mossa dettata dalla paura è ancora da scoprireo, fatto sta che Marcello dell’Utri sta attendendo lì l’ultimo verdetto della Corte di Cassazione. In seguito, l’attenzione del programma è stata rivolta a una nuova inchiesta, ricca di materiali e interviste sconcertanti, che tendeva a far luce sulla vera identità del tanto temuto “Faccia da mostro”: un uomo sfigurato in volto da una grande cicatrice di una fucilata, che per anni ha girato indisturbato nella Palermo delle stragi e degli omicidi commissionati. Complice dell’attentato all’Addaura, fortunatamente fallito, della crudele strage di via D’Amelio e dell’omicidio a sangue freddo del poliziotto Nino Agostino e di sua moglie incinta, viene finalmente trovato e intervistato dal giornalista Walter Molino in un prezioso materiale inedito. L’uomo è Giovanni Aiello, un ex poliziotto in pensione che dice di non avere nulla a che fare con queste storie e di non tornare a Palermo da molti anni. Egli infatti si sarebbe congedato dalla polizia nel 1977, proprio a causa di una ferita da arma da fuoco che gli aveva deturpato il viso, e sarebbe completamente innocente. Probabilmente l’uomo non sapeva che fossero emerse delle nuove prove in grado di incastrarlo come “killer di Stato”. Tra queste, troviamo un’intercettazione della Dia del 2010, in cui egli stesso fa un chiaro riferimento al suo passato nei servizi segreti, e una perquisizione della Digos che in casa sua ha trovato un vero e proprio arsenale di armi, prove schiaccianti di un suo recente viaggio in Sicilia durato tre mesi, e ricevute di titoli di Stato risalenti ai primi anni ’90 e ammontanti a un valore di circa 600 milioni di lire. In più, Vincenzo Agostino, il padre del giovane poliziotto brutalmente ammazzato pochi giorni dopo il matrimonio, è quasi certo di riconoscere proprio il signor Giovanni Aiello nell’omicida di suo figlio. Quando con mani tremanti e il volto sconvolto il vecchio uomo canuto esamina con sua moglie la prima foto del killer, la sua sorpresa è indescrivibile. Dopo 25 anni dalla morte di suo figlio e di lotte per la giustizia, gli viene finalmente mostrato il primo documento in cui riconosce le stesse fattezze dell’assassino. L’inchiesta sulla presunta identità di Faccia di mostro continua negli studi della trasmissione grazie alla testimonianza di Francesco di Carlo, un pregiudicato ora collaboratore di giustizia che asserisce di aver collaborato con un uomo di nome Giovanni che faceva parte dei servizi segreti. Si è parlato anche della criminalità organizzata nell’Italia del Nord. sempre Francesco di Carlo a spiegarci tutti i sotterfugi che la ‘Ndrangheta attuava e continua ad attuare nel comune di Desio per poter svolgere indisturbata i suoi loschi affari. Una cittadina ridotta allo stremo, che non ha più nessuna forza di opporsi alla ‘Ndrangheta e nessuna alternativa agli strozzini, viene intervistata per le telecamere di Servizio Pubblico e racconta la sua disperazione. Fino a poco tempo fa, infatti, tutti gli uffici postali della Brianza fungevano da veri e propri forzieri per la ‘Ndrangheta, e adesso gli impiegati della banca di Desio asseriscono di non avere abbastanza soldi per coprire dei grossi prelievi e di non potere aiutare i cittadini con i prestiti. Più a fondo viene analizzata l’organizzazione che in un tugurio della periferia di Desio aveva installato una banca clandestina che elargiva titoli e banconote a numerosissimi esponenti del’associazione. Il capo è Pino Pensabene, Domenico Zema è il suo braccio destro, colui che procurava gli agganci e i clienti. Insieme i due sono stati arrestati poco tempo fa grazie alle registrazioni di alcune microspie della polizia che per ben tre anni hanno registrato il traffico di denaro all’interno del tugurio. La serata si è chiuso con un leggero e simpatico intervento del vignettista satirico Vauro Senesi che, con una satira “morbida” d’eccezione, ha galantemente risposto alle affermazioni poco femminili di una deputata del Movimento 5 Stelle.
Tra poco andrà in onda su La7 la nuova puntata di Servizio Pubblico Più, il talk show politico di Michele Santoro. Nellappuntamento odierno intitolato Bye Bye Marcello si parlerà dei problemi giudiziari di Marcello DellUtri, sotto processo per il patto Stato-mafia e condannato in appello a sette anni di carcere. In attesa della sentenza definitiva della Cassazione, Dell’Utri si è rifugiato in Libano. Tra i materiali inediti dell’inchiesta, condotta da Sandro Ruotolo, unintervista al presunto faccia da mostro. Tutti coloro che non potranno vedere la puntata in tv potranno farlo in streaming dalle 21.10 con La7 live streaming raggiungibile cliccando qui.
Questa sera, durante la puntata di Servizio Pubblico intitolata Bye Bye Marcello e in onda come sempre a partire alle 21.10 su La7, parlerà “Faccia da Mostro”, così chiamato a causa del volto sfigurato da una fucilata. Come si legge sul sito ufficiale della trasmissione condotta da Michele Santoro, faccia da mostro si è aggirato come unombra per anni nella Palermo delle stragi e degli omicidi eccellenti: dal fallito attentato dellAddaura alla strage di via DAmelio, fino allomicidio del poliziotto Nino Agostino e di sua moglie incinta. Per la prima volta parlerà davanti alle telecamere, mostrando il suo volto, in unintervista esclusiva di Walter Molino che verrà trasmessa nel corso dellappuntamento di stasera. Luomo è lex poliziotto in pensione Giovanni Aiello: “In questa storia non centro niente ha detto mi sono congedato nel 1977 a causa di una ferita da arma da fuoco che mi ha deturpato il volto. Da allora sono un semplice pensionato, faccio il pescatore e non ho mai più messo piede in Sicilia. In attesa dellinizio della puntata, Servizio Pubblico ci offre unanticipazione. Clicca qui per vedere il video
E stato pubblicato di recente il video promo della puntata speciale di Servizio Pubblico in onda questa sera, giovedì 24 aprile 2014, e condotta come sempre da Michele Santoro su La7. Bye bye Marcello è il titolo di questo appuntamento in cui verrà proposta uninchiesta (condotta da Sandro Ruotolo e realizzata da Walter Molino, Giulia Cerino, Francesca Fagnani, Cinzia Petito e Dina Lauricella) su Marcello DellUtri, sotto processo per la cosiddetta trattativa Stato-mafia e condannato in appello a sette anni di carcere. Come mai lex senatore, in attesa della sentenza definitiva della Cassazione, è stato fermato in Libano? Si è trattato di una fuga? Certo è, si legge sul sito ufficiale della trasmissione, che sembra tramontare unintera stagione, non solo della politica ma anche dei rapporti tra mafia e politica. Clicca qui per vedere il video promo della puntata di Servizio Pubblico
Questa sera, giovedì 24 aprile 2014, alle 21.10 in diretta su La 7 va in onda un nuovo appuntamento con Servizio Pubblico. La puntata speciale dal titolo Bye Bye Marcello è stata realizzata da Sandro Ruotolo e realizzata da Walter Molino, Giulia Cerino, Francesca Fagnani, Cinzia Petito e Dina Lauricella. Al centro dell’inchiesta Marcello DellUtri, sotto processo per il patto Stato-mafia e condannato in appello a sette anni di carcere. Dell’Utri si è rifugiato in Libano, in attesa della sentenza definitiva della Cassazione. Si tratta di una fuga, di una mossa dettata dalla paura o cosaltro?, sono alcune delle domande a cui la puntata di Servizio Pubblico cercherà di dare una risposta. Si parlerà anche della presa di potere della criminalità organizzata nel Nord Italia. Tra i materiali presentati unintervista esclusiva al presunto faccia da mostro, l’ex poliziotto di Palermo con il volto sfregiato da una fucilata e sospettato di avere fatto omicidi e stragi in Sicilia, come killer di Stato.