La puntata di ieri sera di Virus – Il contagio delle idee, intitolata ‘La rabbia e l’orgoglio’, è stata dedicata agli attentati di Parigi e al tema del terrorismo che sta affliggendo l’occidente. Ospiti in studio c’erano Reas Sayed delle Comunità islamiche Milano-Monza-Brianza e la giornalista Anselma Dell’Olio. L’attentato di venerdì ha cambiato le notti di Parigi. Le strade sono quasi deserte e alcuni ristoranti chiusi. Non è stata colpita solo la Francia, ha detto una signora, ma tutto il mondo. Un altro signore afferma che questo attentato gli ricorda l’11 settembre. La tensione è altissima in tutta la città. Vittorio Feltri de Il Giornale dice che occorre organizzare una difesa su ampia scala, i cui protagonisti devono essere i servizi segreti, da incoraggiare, finanziare e sostenere. Ovviamente gli obiettivi sensibili vanno tenuti sotto controllo e non occorre allentare la tensione come è avvenuto dopo la strage a Charlie Hebdo. Non si può pensare che si tratti di episodi isolati. Ma ci sono responsabilità dei governi, ha chiesto Porro? Ormai dice Feltri, la nostra cultura è imbevuta di buonismo che ci fa pensare che i terroristi siano una minoranza, ma non è così. Ma è possibile controllare? Un ministro belga ha dichiarato che i terroristi si mandavano messaggi usando la play station per evitare di essere intercettati. L’uomo ancora ricercato, addirittura pare fosse stato alle ore 21.00 quella sera e lasciato andare perché non c’era nulla a suo carico. Anche il terrorista che è morto era stato in Turchia e poi in Siria e quindi il controllo delle frontiere deve servire a prevenire. Sono 1200 questi soggetti che dalla Francia vanno e vengono verso la Siria, da dove sono teleguidati. Quella terroristica è una vera e propria rete e ora l’inchiesta va avanti e punta anche alle moschee perché in una moschea è avvenuto l’arruolamento. Questo richiede misure eccezionali, che Hollande sta infatti mettendo a punto. Syed dice che in Italia fondamentalmente non si può parlare di moschee perché non ci sono a parte quella di Ravenna e quella di Roma. Le istituzioni sono assenti e quindi la comunità islamica si deve riunire in luoghi improvvisati. La Dell’Olio dice che il problema è che l’occidente dorme. Tutti fanno i buonisti, però poi si fa la resistenza passiva. Syed invece fa notare che anche i musulmani che sono sui nostri territori vivono questa stessa paura. Il giornalista Magdi Allam è intervenuto in collegamento e afferma che in uno stato diritto ci devono essere regole valide per tutti e le moschee non possono fare eccezione in questo senso. Vittorio Sgarbi crede che siamo già morti, perché ormai gli attentatori ci colpiscono ovunque. Luca Rosini è andato in Tunisia per un servizio inchiesta in cui ci ha fatto scoprire qualcosa di inaspettato. La gente dice che l’Islam è una religione di pace e che deve esserci qualche occidentale dietro il finanziamento dell’Isis. Il fratello di Yassid, uno degli attentatori di Tunisi ha raccontato che mai si sarebbe aspettato una cosa del genere da suo fratello. Dice che era un ragazzo normale e che aveva anche studiato. Il modello di integrazione è fallito in Francia come in Gran Bretagna e così abbiamo creato dei mostri, dice Corrado Mineo, intervenuto direttamente da Parigi. Il fatto è che questo attentato è stato progettato direttamente dalla Siria e spesso la galera è una fonte straordinaria di radicalizzazione e dopo il carcere c’è una nuova nascita, per ricostruire una vita. Questa sera intanto la Francia ha intensificato la sua battaglia nei confronti di Raqqa, la capitale dello Stato islamico in Siria. Intanto l’unità nazionale si è rotta. Sicuramente i servizi segreti hanno preso una toppa tremenda, continua ancora Mineo. Se i terroristi si fossero fatti esplodere dentro lo stadio, per la calca sarebbero morte moltissime persone. Hollande dice che la guerra va vinta lì. Soprattutto noi dobbiamo smetterla di essere amici di questi finanziatori. Insomma, il giorno dopo i Francesi stanno bombardando la Siria. L’attacco dal cielo potrebbe provocare danni molto seri, ha detto Vittorio Feltri. Chi è innocente e viene colpito così ingiustamente poi è anche facile che per vendetta decida di iscriversi all’Isis. Per fare la guerra sul serio occorre andare sul posto. E comunque l’occidente si prefigge di esportare la democrazia ma poi lì non la vogliono. Noi come Italia dobbiamo stare molto attenti a partecipare a operazioni belliche con gli alleati, ha continuato Feltri, perché ciò potrebbe portarci danni enormi. Nel frattempo dobbiamo cercare di non fare entrare chiunque nel territorio e cercare contemporaneamente di finanziare i servizi segreti e assumere personale specializzato. Syed ha voluto intervenire per spiegare che non si possono condannare tutte quelle persone che vogliono vivere la loro fede in maniera integra e non integralista. Un verso del Corano la dice chiara, chiunque uccida un uomo è come se avesse ucciso l’intera umanità. Non è d’accordo con lui Magdi Allam, che ha voluto leggere a sua volta, per intero, lo stesso versetto del Corano. Il testo prevede infatti delle importanti eccezioni e questo è un particolare da non sottovalutare. Così in studio la discussione tra i due si accesa fortemente.
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