Andiamo a scoprire un paio di notizie sul film in onda oggi su Rete 4 alle ore 16,35, ‘Il grande caruso’. La casa di produzione, la Metro-Goldwyn-Mayer, fu citata in giudizio insieme alla Coca-Cola, dai parenti del tenore Enrico Caruso. La richiesta avanzata in tribunale fu la rimozione delle locandine pubblicitarie italiane: secondo i familiari di Caruso, era chiaro lo “sfruttamento pubblicitario” della Coca-Cola che, inoltre, danneggiava il buon nome dell’artista. Il film ha registrato un notevole successo. Gli incassi, tra l’America e tutti gli altri paesi, hanno sfiorato i 9.500.000 dollari. Nel 1951, in Gran Bretagna, il film maggiormente seguito al cinema è stato proprio “The great Caruso”.
La pellicola in onda stasera su Rete 4 alle 16,35 è un film del 1951, diretto da Richard Thorpe. “Il grande Caruso” è una produzione americana che racconta la vita di un grande tenore, Enrico Caruso. Il titolo origiale è “The great Caruso”. Ad interpretare il tenore di fama mondiale è l’attore statunitense Mario Lanza. Insieme a lui hanno recitato Ann Blyth, Dorothy Kirsten e Ludwig Donath. Enrico Caruso nasce a Napoli nel 1873 da genitori umili. Ancora giovanissimo, mostra una vera passione per il canto e inizia a cantare nel coro della sua parrocchia. Enrico non abbandona la via del canto, così come gli chiede la madre in punto di morte, ma si limita ad esibirsi nei piccoli locali della zona. In seguito abbandona la sua passione per andare a lavorare per il signor Barretto, proprietario di un mulino.
Enrico Caruso s’innamora di Musetta (Yvette Duguay), la figlia del suo datore di lavoro, proprietario di un mulino, che, da subito, ostacola la conoscenza dei due giovani. Enrico quindi lascia il lavoro al mulino e decide di dedicarsi solo al canto, nella speranza di poter fare carriera. Grazie all’aiuto e all’affetto di Gino (Carl Milletaire) e Fucito (Shepard Menken), suoi cari amici, Enrico inizia ad esibirsi nelle principali città europee e riscuote un buon successo. Chiamato a Londra per cantare a Covent Garden, incontra Alfredo Brazzi, un discreto tenore che in seguito sarà il suo insostituibile agente. Inizia per Caruso un susseguirsi di impegni lavorativi, anche oltreoceano. Arrivo il giorno del debutto a New York, presso il teatro Metropolitan, ma non ottiene il successo sperato. A giocare un ruolo determinante nell’effermazione di Caruso come tenore, è l’atteggiamento negativo dell’impresario Park Benjamin: questi, dopo il duetto di Caruso con la sua pupilla Louise Hggar, mette a confronto il giovane tenore con il cantante che lo aveva preceduto, Jean de Reszke (Alan Napier), e cerca di convincere il direttore del teatro che Caruso non è all’altezza del ruolo e che bisogna sostituirlo. Accade che, dopo l’esibizione, è proprio il tenore Reszke ad applaudire entusiasta la performance di Caruso; inoltre il cantante napoletano può contare sull’appoggio della figlia di Benjamin, la giovane e bella Dorothy, che prova per lui una grande simpatia. Ben presto Enrico Caruso diventerà il tenore più apprezzato al mondo.
Enrico e Dorothy si sposano e hanno una figlia che chiamano Gloria. Il tempo scorre, Caruso passa da una tournée all’altra senza mai fermarsi. Durante un suo soggiorno in Canada, il tenore si ammala: una brutta infezione gli distrugge la gola. Dopo una delle sue tante splendide esibizioni, Enrico Caruso, debole e stremato, crolla sulle tavole del palcoscenico e muore.