Oggi, lunedì 24 ottobre 2016, Report si occuperà anche di acqua pubblica, fortemente voluta dagli italiani, che hanno espresso il loro dissenso contro la sua privatizzazione attraverso un referendum. Il primo sindaco a rispettare il loro volere popolare è quello di Napoli con l’azienda Abc. Eppure la revoca del suo cda è considerata da alcuni una mossa per gestire l’azienda come una società per azioni. Alex Zanotelli, leader nazionale del movimento per l’acqua pubblica, si sente tradito da Luigi de Magistris, che ha sostenuto alle elezioni comunali. Ora il timore a Napoli è che si sia ripresa la strada della privatizzazione: “Fate attenzione: nel decreto di revoca si scrive che Abc deve poter partecipare a gare. Che significa? Torniamo ai subappalti e alle scatole cinesi? A Roma stanno svuotando la legge di iniziativa popolare“, attacca Zanotelli, che ha promesso di vegliare sul Comune e di dire a tutta Italia come si è comportato il sindaco di Napoli su questo tema delicato. Stasera, invece, l’inchiesta di Report sull’acqua pubblica.
Favorevoli o contrari alla privatizzazione dell’acqua? Il problema dell’acqua interessa tutto il pianeta e la sua assenza prova numerosi morti o l’insorgenza di varie malattie. Non si tratta infatti solo di soddisfare la sete, ma anche di norme igieniche. Il dibattito sull’acqua interessa molto la politica, soprattutto se si considera la privatizzazione avvenuta nei comuni. Questi ultimi hanno assunto il potere di gestione della rete idrica cittadina, uno dei fulcri più importanti per i residenti stessi. Tuttavia, solo l’erogazione è affidata ad enti privati, mentre la sua gestione, la creazione delle tariffe, il controllo amministrativo e la proprietà di fognature, impianti di depurazione, acquedotti e di ogni tipo di impianto è affidato alle autorità pubbliche. Vengono piuttosto concessi i servizi a società miste o imprese private. Ne parlerà questa sera, lunedì 24 ottobre 2016, Giuliano Marrucci nella nuova puntata di Report, tramite il suo servizio “Acqua fresca”. Secondo alcuni, afferma soldionline.it, l’acqua è considerata il nuovo petrolio, dato che investire sull’acqua può garantire un rendimento importante. L’OCSE ha stabilito che da oggi fino al 2050 la richiesta dell’acqua dovrebbe aumentare del 55%, anche se lo stress idrico, cioè l’assenza o la scarsità di acqua, potrebbe verificarsi per molti Paesi già nel 2025. Per poter invetire sull’acqua sono previsti dei fondi appositi, denominati EFT, ovvero exchange traded fund, e non riguarda l’investimento diretto sul bene, ma sulle società che operano nel settore idrico. Acque Spa per esempio, con a capo Giuseppe Sardu, è riuscito a superare con gli investimenti i 60 euro l’anno per ogni individuo. Grazie a questa strada, si può oltretutto andare ad agire sul consumo dell’acqua, prevedendo delle ottimizzazioni che ne migliorino l’uso. Un vantaggio a doppia mandata.