Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival 2015, oggi, giovedì 9 giugno arriva finalmente in tutti i cinema italiani, distribuito da Eagles Pictures, “L’uomo che vide l’infinito“. La pellicola, diretta da Matt Brown, basata sul volume di Robert Kanigel, “L’uomo che vide l’infinito – La vita breve di Srinivasa Ramanujan, genio della matematica“, racconta la vera e affascinante storia di un ragazzo prodigio indiano le cui formule (sovente enunciate senza dimostrazione per poi rivelarsi corrette) e i cui studi hanno svolto un ruolo determinante nell’ispirare molte ricerche scientifiche successive, soprattutto per quel che concerne la teoria analitica dei numeri. Seguiamo così il percorso del giovane, dal suo umile e povero quartiere asiatico al lungo viaggio che lo conduce a Cambridge, grazie al sostegno del professor G.H. Hardy, che viene folgorato dalle sue intuizioni (peraltro maturate da autodidatta) e decide di diventare il suo mentore. Nell’istituto inglese, dove all’inizio l’allievo è visto quasi come curiosità esotica e trattato con prevedibile freddezza e scetticismo, il docente lotta tra mille difficoltà per valorizzarlo e farlo accedere alla prestigiosa Royal Society, riuscendo nel contempo a sviluppare anche un profondo rapporto di stima ed amicizia, dopo un primo impatto non semplice. La regia di Brown (che ritorna al lungometraggio dopo “Ropewalk”) è sobria, pulita ed abbastanza ancorata ad una fedele trasposizione del libro senza guizzi particolari, pur riuscendo a dipingere con efficacia l’ambiente universitario. Sicuramente però, a nobilitare l’opera, sono gli attori che interpretano i due personaggi principali.
Nei panni di Srinivasa Ramanujan troviamo Dev Patel, la star di “The Millionaire”, che ancora una volta mostra il suo talento, rivelandosi assai credibile nella difficile parte di un uomo brillante ma severo con se stesso, pronto a sacrificare per la ricerca anche l’amore per la sua giovane sposa e con una dimensione spirituale molto accentuata che lo porta sempre a interrogarsi sul rapporto tra i numeri e l’elemento divino. Nel ruolo del professor G. H. Hardy si cala invece con la consueta classe ed eleganza il britannico Jeremy Irons, impreziosendo la sua già luminosa carriera con un’altra ottima performance. Il validissimo cast è inoltre completato da Stephen Fry, Toby Jones, Jeremy Northam, Kevin McNally e Pádraic Delaney. Piccola curiosità:tra i produttori associati del film figurano anche i due matematici Manjul Bhargava e Ken Ono.