Marco Vannini, il caso del bagnino di Ladispoli freddato nel mistero più oscuro della casa della sua fidanzata: la famiglia Ciontoli, un’intera famiglia che tra bugie, silenzi e responsabilità non dette è ora sotto processo e questa sera durante lo speciale di Quarto Grado verranno ripercorse tutte le tappe di questa triste vicenda. Le ultime novità riguardano in realtà molto poco le indagini – ancora ferme sui silenzi dei famigliari Ciontoli – e coinvolgono le lettere e le minacce che si riferiscono alla famiglia del mistero. Una lettera, una seconda, l’aveva scritta Viola Giorgini, fidanzata del fratello della compagna di Marco Vannini: “mi dispiace, capirete tutti un giorno, vi saprò spiegare…” ma non una vera richiesta di perdono e soprattutto non ancora lo svelamento di tutta la verità. Su tutte le furie gli zii e i genitori di Marco che hanno risposto indignati: nello stesso tempo arrivano minacce sia presso l’abitazione dei Ciontoli e sia via lettere di tanti cittadini di Ladispoli che mostrano tutta l’acredine – anche esagerata – verso quelle persone che sono coinvolte nell’omicidio di Marco. Quali nuovi elementi sorgeranno prima del processo? Ci saranno dichiarazioni e confessioni particolari?
La morte di Marco Vannini ha gettato nel dolore non solo tutta la famiglia, ma anche tutta l’Italia. E’ una delle vicende più controverse della cronaca nera del nostro Paese ed ancora oggi sono tanti i punti interrogativi che non trovano risposta. Questa sera a Quarto Grado – I documenti, verrà esposto il caso, a partire da tutte le registrazioni e le dichiarazioni che hanno portato gli inquirenti ad accusare tutta la famiglia Ciontoli e Viola Giorgini di omicidio, concorso in omicidio ed omissione di soccorso, a seconda dei diversi ruoli. Sono tante infatti le contraddizioni sulla morte di Marco Vannini, a partire dal movente del suo presunto omicidio. In particolare negli ultimi giorni è Viola Giorgini, la fidanzata di Federico Ciontoli, a ritornare sotto ai riflettori. La scorsa settimana la ragazza è stata riascoltata in udienza ed era proprio la sua la deposizione che presenta per gli inquirenti più buchi, rispetto a quelle dei familiari. Come riporta Civionline, nel verbale la ragazza afferma che tutti i presenti in quel momento si trovavano in bagno, ovvero lei e tutta la famiglia Ciontoli. Lo sparo diretto verso Marco Vannini lo avrebbe sentito mentre si trovava a guardare la televisione con il fidanzato. “Ho sentito un colpo forte provenire fuori dalla mia stanza”, riportano gli atti, “siamo andati a vedere subito cosa è successo. Marco era disteso a terra parzialmente coperto dalla porta del bagno”. Una dichiarazione che si allontana dal secondo verbale, redatto lo stesso giorno in un altro Comando dei Carabinieri. In quest’occasione riferisce di non essere entrata in bagno, ostacolata da Maria Pezzillo, la moglie di Antonio Ciontoli, e di aver visto “Federico uscire dalla toilette con una pistola in mano”. Mesi dopo, Viola Giorgini invece dichiara di aver sentito un rumore non ben precisato, “come se fosse caduto qualcosa a terra”. Ancora una volta la domanda sorge spontanea: dove si trova la verità? Secondo la ricostruzione dell’accusa a sparare a Marco Vannini sarebbe stato invece Antonio Ciontoli, ex sottufficiale della Marina. Nella sua versione, dopo l’iniziale versione del tutto diversa, Ciontoli invece dichiara che il colpo a Marco è partito per errore. Un particolare che contrasta fortemente con il fatto che la vittima è morta tre ore dopo il colpo di pistola, a causa di un notevole ritardo nel chiamare i soccorsi. Due giorni prima rispetto a Viola inoltre sono stati proprio i paramedici a testimoniare. “Quando era agitato alzava le braccia e ci stringeva appena noi ci avvicinavamo”, riferisce Cristian Cutini Calsiti, “mentre veniva visitato ripeteva di continuo: Aiuto ragazzi, aiuto”.