Da Buona la prima a Zelig Off, passando per Quelli che il calcio e Big Show: la carriera di Katia Follesa è in ascesa e la comica è pronta per la sua nuova avventura, ovvero la conduzione di Junior Bake Off Italia, la versione dedicata ai bambini del celebre cooking show in onda su Real Time. Ma non solo: a partire da febbraio andrà in onda Cake Star – Pasticcerie in sfida, programma che sta registrando in questi giorni. Intervistata da Vanity Fair, Katia Follesa ha parlato però della persone che c’è dietro l’artista: “Per me lavorare in questo mondo è stata un’esigenza. Il bisogno di dire: ci sono. Dietro gli artisti, i comici in particolare, c’è sempre un disagio. Che non c’entra con la malinconia, come molti credono”. Un disagio che risale molto tempo fa: “Dall’assenza dei miei genitori quando ero piccola. L’ho capito col tempo. Ma anche la psicoterapia mi ha dato una mano. L’ho iniziata nel 2003, dopo la morte di mio padre. Ero molto legata a lui, con mia madre c’è sempre stata una certa distanza”.
“DIFFICILE FAR RIDERE LA GENTE QUANDO SI E’ TRISTI”
La morte del padre che l’ha segnata, con un comico che deve convivere con il suo lavoro, il far ridere anche quando si è tristi: “Il lunedì c’era il funerale di mio padre e il giovedì dovevo essere sul palco. Ma nel momento in cui hai davanti il pubblico è come avere un neonato che piange: te ne devi occupare e ti scordi del resto. Ovviamente, appena hai finito torni a sentirti come prima. È sempre così: quando non lavoro, devo pensare alle bollette, alla scuola di mia figlia, le solite cose di tutti”. Tra il lutto per la morte di un caro e l’abbandono di qualcuno: “Mi è successo anche quello. Ricordo una sera in particolare, era all’inizio della mia storia con Angelo e lui mi aveva appena lasciata per l’ennesima volta. Non mangiavo da giorni, ero in camerino mezzo addormentata con gli occhi gonfi e il mascara che mi colava. Soffrivo le cosiddette pene d’amore. Che, poi, bisogna razionalizzare: perché si sta così male? E qui si torna all’abbandono, al lutto da separazione. Con la differenza che il lutto vero è più facile da accettare, perché quella persona non c’è più. Ma chi ti ha lasciato c’è ancora”.
KATIA FOLLESA E LA STORIA CON ANGELO
Il rapporto con i genitori ma non solo, Katia Follesa deve fare fronte anche alla storia d’amore con Angelo molto travagliata: “La nostra è stata una storia travagliatissima. Stiamo insieme dal 1999, anche se ufficialmente solo dal 2006. Per i primi sette anni siamo stati amanti. Lui aveva altre storie, io avevo altre storie”. Altre storie che la comica aveva per compensazione: “Servivano a riequilibrare la sua assenza. Ma, appena si faceva vivo, mollavo tutto e correvo da lui. C’ero sempre. Come confidente, amica, trombamica. Poi, un giorno, mi chiama e mi dice che ha voglia di vedermi. Ho pensato: vuoi vedere che è la volta buona? Invece, mi spiega che si è innamorato di un’altra. Per un po’ ho retto il trio. Ma stavo troppo male e glielo dissi. Al che lui lascia l’altra e si mette con me. Finalmente, penso. Macché: passano cinque mesi, e mi rimolla per tornare con lei. Lì ho toccato il fondo”. Ecco perchè: “Sono arrivata a cambiare casa, numero di telefono, tutto. Per evitare che tornasse a cercarmi. Doveva morire nella mia testa. Invece, è rispuntato di nuovo. Ed è restato. Fino a due anni fa, quando ci siamo separati. Ma non è ancora finita, di recente ci siamo riavvicinati. Questa volta, però, siamo d’accordo sul fatto che nessuno dei due appartiene all’altro. Del resto, ci sono tante coppie che sembrano perfette, ma uno dei due o entrambi hanno una doppia vita. Ora stiamo facendo i fidanzatini, ci vediamo un po’ da me, un po’ da lui. Cercando di non confondere Agata”.