In base agli ultimi dati Istat, gli italiani residenti sono sempre di meno, anche perché a causa dell’aumento dell’età media con cui le donne hanno dei figli. Una possibile soluzione a cui si ricorre sempre più spesso è la fecondazione assistita, ma non solo. Con l’aumentare dell’età media delle madri, attorno ai 31 anni, si affaccia infatti un altro tipo di problema: una minore fertilità. Alcune donne ricorrono infatti anche alla fecondazione eterologa, ma fra le tecniche sta diventando sempre più in voga la possibilità di crioconservare gli ovuli. In pratica, si congelano gli ovociti della donna per poter preservae la sua “giovinezza”. La tecnica in realtà sarebbe stata creata, sottolinea Il Post, per le donne che soffrono di endometriosi, oppure che sono state ccolpite da un tumore. Per molte, invece, sta diventando una vera e propria assicurazione per diventare mamme. Questa sera, mercoledì 8 marzo 2017, Nina Palmieri parlerà della sua esperienza diretta con questa tecnica nella nuova puntata de Le Iene Show. A causa del clamore suscitato dal Fertility Day si è ritornato a parlare di fecondazione assistita SI o NO, ma anche della crioconservazione degli ovuli. Se ne era discusso già nel 2014, grazie all’iniziativa di Apple e Facebook di farsi carico dei costi previsti per la criogenizzazione e del mantenimento degli ovociti delle loro collaboratrici. Un modo in più per concentrarsi alla carriera senza avere “l’ansia di maternità”.
La tecnica di crioconservazione degli ovuli è stata ideata per sopperire alla mancata fertilità di tutte le donne affette da tumore. I farmaci chemioterapici diminuiscono infatti le probabilità di avere una gravidanza, così come l’endometriosi. In quest’ultimo caso, il tessuto interno all’utero è più spesso e impedisce all’ovocita di “ancorarsi” alle pareti o provoca il posizionamento in altre parti dell’organo riproduttivo della donna. La criogenizzazione non sarebbe solo un vezzo, ma al contrario della fecondazione assistita, prevede una conservazione ottimale dell’ovocita, fissandolo nelle sue condizioni più ottimali. Emergono tuttavia sempre più richieste da parte di donne sane, che sfruttano la tecnica come assicurazione per poter avere dei figli, un domani. Un fenomeno che è stato definito “social-eggs-freezing”, ovvero un congelamento dovuto a motivi sociali. La necessità nascerebbe infatti dal desiderio delle donne di poter pensare alla propria carriera professionale senza dover per forza rinunciare alla famiglia o rimandare in un secondo momento, magari meno preferibile, la nascita di un figlio. Non si tratta tuttavia di eliminare alla fonte la procreazione naturale, ma una specie di garanzia, a cui accedere in caso di necessità.