Il mix di filmati e foto d’epoca, persino audio originali di testimonianze durante i processi, mischiati con le ricostruzioni del vero e proprio film e le dichiarazioni dei suoi parenti e di chi ci ha lavorato insieme hanno creato un docufilm su Paolo Borsellino (“Adesso tocca a me”) davvero eccezionale. Certamente per chi conosceva già alcuni aspetti della vita del magistrato e del suo lavoro c’è stata l’occasione per scoprire qualcosa di nuovo. Tuttavia non si può nascondere che forse il pubblico più giovane, che meno conosce tutti i fatti di 25 anni fa, può essersi ritrovato, almeno all’inizio, un po’ spaesato. Non si possono che fare i complimenti al regista Francesco Micciché e al cast, con un Cesare Bocci in grado di vestire i panni del protagonista in maniera eccelsa. Chi lo conosceva per il ruolo di Mimi Augello ne Il Commissario Montalbano avrà sicuramente apprezzato la sua interpretazione.
Un pregio del docufilm di Rai 1 è stato senz’altro quello di trasmettere non solo l’eroismo di Borsellino, ma anche le difficoltà e le delusioni vissute dai suoi familiari e da Antonio Vullo (unico sopravvissuto) dopo la strage di via D’Amelio. Insieme all’impressione che trascorsi 25 anni ancora la verità su quell’infausto evento non sia del tutto stata rivelata. Senza dimenticare un’altra protagonista di tutta questa storia: l’agenda rossa del magistrato sparita nel nulla.