Il mistero sulla morte di Vilfrido Branchi è ancora da risolvere. Conosciuto con il nome di Willy, è stato ucciso nel settembre del 1988 e grazie alla riapertura del caso, le indagini sono iniziate ancora una volta da Goro, in provincia di Ferrara, dove è stato ritrovato il corpo del diciottenne. “Devastato dai colpi inferti dai suoi assassini“, scrive il pm Giuseppe Tittaferrante nella richiesta di archiviazione, come ricorda La nuova Ferrara. Il cadavere di Willy viene ritrovato infatti nell’argine del Po appena fuori dal paesino di Goro, senza vestiti e pieno di segni che non lasciano spazio a dubbi sul pestaggio subito. Il giovane è stato inoltre colpito in pieno volto da un chiodo, di quelli usati per uccidere i maiali e tramite l’apposita pistola. Chi l’ha visto? si occuperà del caso di Vilfrido Branchi nella puntata di oggi, mercoledì 19 settembre 2018, grazie all’intervento in diretta del fratello Luca. Non ci si dà ancora pace su quanto avvenuto quel giorno. Soprattutto perché è opinione di molti che Willy sia stato ucciso perché avrebbe minacciato i suoi aguzzini di parlare riguardo agli abusi subiti. La reticenza di chi forse sa qualcosa non ha fatto altro che complicare le indagini, senza considerare “un vero e proprio atteggiamento menzognero“, dice ancora il pm. Senza considerare che i tanti anni trascorsi dal delitto aumentano la difficoltà di risalire ad un colpevole. La famiglia Branchi e il fratello della vittima in prima linea, si è opposta però all’archiviazione già l’anno scorso ed ha richiesto nuove indagini, altri rilievi. Secondo i familiari di Willy infatti una persona in particolare andrebbe ascoltata ed andrebbero riviste anche alcune testimonianze, palesemente contraddittorie.
Chi ha ucciso Willy e perché?
Ci potrebbe essere un giro di pedofili dietro la morte di Vilfrido Branchi, il ragazzo di 18 anni di Goro conosciuto con il nome di Willy. Una verità a cui si sarebbe giunti già otto anni dopo il delitto avvenuto nell’88, grazie ad un’indagine dei Carabinieri sulla scena del crimine. In quella particolare zona vicina al Po si aggiravano quindi dei pedofili che raggiravano i ragazzini della zona. Una rete in cui potrebbe essere finito Willy, così come ritiene la famiglia Branchi. Lo scorso luglio si è parlata della possibilità che tre nuovi testimoni mai ascoltati in precedenza. Si attende inoltre l’esito degli esami genetici: una traccia di DNA è stata isolata dal corpo di Willy e potrebbe dare delle risposte sul suo assassino. All’epoca dei fatti sembrava che il responsabile del delitto fosse Valeriano Forzati, scrive Il Fatto Quotidiano. Si tratta di un criminale conosciuto per diversi delitti e fuggito in Argentina. Forzati e Willy si conoscevano ed erano stati visti insieme in una pizzeria, proprio la sera dell’omicidio. La sua posizione però è stata chiarita in seguito ed è stato assolto da ogni accusa. Ma è stato l’ultimo appello di Luca Branchi, il fratello della vittima, a permettere a tanti testimoni di emergere dal buio. Nel 2013 infatti grazie a un articolo su Il Resto del Carlino, ha ottenuto diverse testimonianze e si è scoperto che Willy aveva una relazione segreta con un uomo di Goro, molto potente e forse responsabile della sua morte.