C’è già grande attesa per l’udienza dell’8 febbraio nel processo che vede Ciro Grillo e gli amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria imputati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Si tratta di un’udienza chiave, perché saranno sentiti quattro testimoni fondamentali, secondo quanto riportato da La Verità. I due genitori della giovane milanese che ha accusato i quattro ragazzi, le persone più vicine alla presunta vittima, la cui testimonianza non è stata cristallizzata tramite incidente probatorio durante le indagini e non è stata ancora sentita in aula. Nel corso delle indagini la madre ha raccontato ai carabinieri che il 20 luglio, durante il volo di ritorno dalla Sardegna, visto che aveva notato che la figlia era turbata, aveva provato a chiederle più volte cosa avesse per comprendere il suo malessere.
A quel punto, la ragazza le avrebbe confidato, ma a grandi linee, l’episodio della serata in discoteca, svelando che l’avevano fatta ubriacare e violentata, ma senza fornire troppi particolari, promettendo alla madre che le avrebbe raccontato tutto a casa. La donna ha anche raccontato di aver provato a riaprire il discorso in occasione di un appuntamento già programmato col ginecologo, invitando la figlia a sottoporsi ad una visita di controllo. A quel punto, la ginecologa avrebbe consigliato «vivamente di recarsi presso il pronto soccorso Svs della clinica Mangiagalli per gli esami specifici». La difesa di Ciro Grillo e degli altri ragazzi, secondo quanto riportato da La Verità, potrebbe puntare proprio sul lasso temporale di cinque giorni. Perché la ragazza è stata portata dal ginecologo cinque giorni dopo?
PROCESSO CIRO GRILLO: IN AULA ANCHE AMICA DELLA PRESUNTA VITTIMA
Ma in aula ci sarà anche l’amico che ha messo in contatto la presunta vittima e l’amica, ex compagna di classe, con i coetanei di Genova. Il ragazzo era presente alla serata in discoteca che si concluse nella villa di Beppe Grillo, padre di Ciro, dove sarebbe avvenuto il presunto stupro. Il ragazzo nella sua deposizione durante le indagini ha confermato il bacio che Ciro Grillo e la ragazza si sono scambiati in discoteca. «A un certo punto mi sono girato e ho visto non in pista, ma nel privé, che Ciro Grillo e S. si baciavano, erano soli nel privé». Se per le parti civili quel bacio, che è ripreso anche in un video, non ha alcuna importanza, per le difese invece è la prova della complicità che poi si sarebbe trasformata in passione nella notte. Il quarto testimone è l’amica della presunta vittima, che ha raccolto nell’immediatezza dei fatti le confidenze sullo stupro. Le difese, in questo caso, potrebbero puntare a far ripetere in aula il ritratto che la ragazza fece a verbale, definendo la presunta vittima una ragazza «un po’ troppo influenzabile» e che è considerata «una ragazza più facile di altre» dai maschi. Inoltre, ha ricordato di aver visto alcune foto dell’amica davanti allo specchio in cui si vedono lividi in parti diverse da quelle refertate in ospedale. Foto che l’amica ha cancellato per paura di metterla in imbarazzo, «poiché stava perdendo molto peso in maniera preoccupante e non era seguita da alcun specialista».